Lentezza, una parola anacronistica al giorno d'oggi, vale a dire che sta ad indicare un vero e proprio atto di coraggio. Questo perchè? perchè nell'attuale società della super produzione, dell'esigenza costante, del tutto è prioritario, della velocità, della performance più performante che mai, è importante mantenere i ritmi alti; altrimenti? Altrimenti rimani indietro. Questo è il messaggio odierno, spinto da un mercato industriale e finanziaria. Il tempo è denaro amico, e più sei veloce e più te ne potrai accaparrare per essere felice e stare bene.
Ma è davvero questa la verità? sono davvero questo le esigenze? davvero abbiamo bisogno di velocità e denaro? davvero andare lentamente ci fa rimanere indietro rispetto agli altri? gli altri chi?
Domande, difficili porsele quando si va veloci. Di fatto per andare veloci, non bisogna farsi domande ma fare, quel genere di fare che non permette di ascoltarsi. (di questo si approfondirà in un altro articolo)
Ma il vero punto è la lentezza, perchè è difficile praticarla, ricercarla e mantenerla, soprattutto la sua importanza oggi.
Prima di tutto diciamo che cos'è la lentezza, secondo il vocabolario italiano:
- Il fatto d’essere lento, come modo (occasionale o abituale) di muoversi, di avanzare, di procedere, di agire.
- mancanza o allentamento di tensione; rilassamento, flessibilità.
Nel primo caso s'intende la capacità, a quanto pare intrinseca (come fosse una caratteristica o attributo oggettivo), di un soggetto di muoversi o di agire con un tempo lento. Nel secondo caso, fa riferimento alla capacità di rilassamento, di lasciar andare tensioni.
Prendiamo in esame il primo caso, partendo dal presupposto che il tempo è relativo. Dimostrabile con un banale ma efficacissimo esempio: supponiamo di avere a disposizione un'oretta e nel primo caso la trascorriamo in buona compagnia, facendo magari un piacevole aperitivo. Alla fine, ci sembrerà che il tempo sia volato e che sia trascorsa meno di un'ora, rispetto magari ad un'altra oretta, trascorsa davanti ad un libro da studiare di una materia noiosa e che non ci piace. Ed ecco come oggettivamente il tempo trascorso di un' ora, viene percepito in maniera veloce nel primo caso e lento nel secondo.
Quindi chi decreta la lentezza di un'azione e chi la velocità? chi decide quale sia la soglia oggettiva, tra lentezza e velocità? Nessuno. O meglio, attualmente è il modello sociale a deciderlo, basandosi su standard competitivi, di conseguenza veloci, altrimenti ricordati, rimani indietro.
E le conseguenze di questa velocità? sono molte...
Partiamo da un presupposto biologico, quando si mantengono "ritmi alti", il nostro corpo inizia a produrre una serie di ormoni quali catecolamine (adrenalina e noradrenalina), cortisolo. La loro funzione è quella di mantenere una certa "prontezza" del nostro organismo, quando svolgiamo attività intense. Ma il punto è che tale modalità, rimane fisiologica e quindi sana, nel momento in cui questo status è momentaneo e non duraturo o mantenuto per tempi lunghi.
Ad esempio il cortisolo è un ormone coinvolto nei processi metabolici che interessano carboidrati, proteine e lipidi ed è prodotto dalle ghiandole surrenali, ghiandole situate al di sopra dei reni. Regola la pressione arteriosa (sanguigna), il metabolismo del glucosio, funzione immunitaria, la risposta infiammatoria e rilascio di insulina. Esso è però definito ormone dello stress, in quanto nei momenti in cui sottoponiamo il nostro corpo a maggior tensioni e quindi richiede più energia, esso determina la concentrazione di grassi e l'aumento della glicemia.
E cosa succede se questi livelli di tensione vengono mantenuti alti per un tempo non fisiologico (sempre veloci)? ecco un piccolo elenco dei possibili disturbi che può recare a livello somatico (corpo):
- Alopecia (perdita dei capelli dovuto allo stress)
- Debolezza muscolare (stanchezza costante e perenne)
- Malattie cardio-vascolari (una delle funzioni del cortisolo è regolare la pressione sanguigna, quindi un eccessiva presenza predispone a malattie legate alle regolari funzioni cardiache)
- Problemi di digestione e reflusso gastroesofageo (chi presenta alti livelli di cortisolo, fatica a con la digestione o tende a produrre una maggiore quantità di acidi nello stomaco, che possono portare a bruciori o addirittura ad ulcere, nel tempo)
- Aumento del peso o obesità (essendo un ormone che partecipa alla gestione delle vie metaboliche, un suo cattivo funzionamento può portare all'aumento di peso; ricordiamo che ad oggi l'obesità è una malattia e non una status sociale diverso)
- Mal di testa frequenti
- Allungamento dei tempi di guarigione in seguito a ferite
- Stitichezza
- Gonfiore addominale
- Ritenzione idrica (accumulo ristagnante di liquidi; sensazione di acquosità sotto pelle)
- Dissenteria o diarrea (la qualità delle feci è bassa, quindi presenta una eccessiva e frequente "acquosità"; in casi più gravi casi di dissenteria)
- Malassorbimento (ciò che introduciamo non viene o viene parzialmente utilizzato dal corpo, e quindi per lo più evacuato)
- Immunodepressione (Il cortisolo ha effetti antinfiammatori sul corpo e può sopprimere la risposta immunitaria)
- Nelle donne può causare, irregolarità mestruale o amennorrea (assenza di ciclo mestruale), irsutismo (eccessiva crescita di peli in alcune zone tipicamente maschili) e ridotta presenza di progesterone
LENTEZZA E LA SUA IMPORTANZA
Perchè praticare lentezza?
Facciamo un passo indietro, definiamola in un diverso modo, ovvero "andare con il nostro tempo" (il fatto stesso di usare parole diverse, ha un super impatto sulla nostra vita, ma di questo ne parleremo in un altro articolo). Perchè la verità e che ognuno di noi ha un suo tempo, per condurre la propria vita e per gestire le proprie azioni quotidiane. Quindi cambiando il modo di definirla, sarà più facile praticarla, perchè la renderemo più accessibile, considerato che la parola "lentezza" ha quel retrogusto di dispregiativo, di sbagliato, almeno ai tempi d'oggi.
Per meglio comprendere il cambiamento percettivo del tempo e la differenza nella sua gestione, tocca fare un passo indietro nel passato. Nel medioevo (lo so sembra apparentemente un tempo lontano), la concezione del tempo, non era scandita dall'orologio, anzi lo scorrere del tempo con precisione, era riservato a pochi ( ristretto gruppo di chierici); di fatto il tempo veniva principalmente indicato o da alcuni eventi, quali tributi o feste importanti (Natale, Pasqua ecc), altrimenti erano lo scorrere delle stagioni e della variazione delle ore tra giorno e notte, a indicare la "temporalità". Ad esempio nel mese di febbraio, si trascorreva il tempo davanti al fuoco, per il freddo e perchè era un mese non produttivo. Già, senza ansia della produttività. A quei tempi, passare mezza giornata a riposo, distesi tra i campi o in mezzo alla natura, era un' attività del tutto normale e in nessun modo giudicata. Oggi invece abbiamo le 40 ore settimanali, e nonostante si inizi a parlare sempre più spesso di settimana corta e così via dicendo, credo che rimanga intrinseca, per almeno molti di noi, quel fare incessante, giacchè la nostra vita, sembra sia definita e abbia senso solo per mezzo del fare incessante della produttività ed efficacia.
A questo, una tematica legata alla lentezza e al non fare, è la noia, che diventa una conseguenza necessaria. Difficile da sopportare e in altri casi impossibile da gestire. Eppure, nella
noia, nascono le migliori idee, che poi potrebbero permetterci di realizzare progetti, realizzare sogni magari, "cose solo nostre".
La creatività, la fantasia, la creatività, le idee, nascono nel non fare molto spesso; per caso la mente viene attraversata da quella idea fantastica, che aspetta solo di essere attuata ( qui subentra il fare).
Lo stesso non fare, è un'azione, in quanto stai scegliendo liberamente di non essere reattivo, di calibrare le tue energie mentali e fisiche, per un momento oggettivamente propizio, magari chissà, in seguito ad una bella idea.
Un altro vantaggio legato alla lentezza, è il miglioramento della qualità, non solo della vita, ma anche delle tue azioni, del tuo lavoro, dei tuoi rapporti e così via dicendo. Immagina di avere solo 1 ora a disposizione e di dover cucinare da solo dieci pasti, poi successivamente immaginati di avere il medesimo tempo e cucinarne quattro. La qualità sarà ovviamente diversa; di fatto nell'attuale direzione, la qualità diventa sempre più un miraggio, e la quantità ne fa da padrona. Vogliamo fare un esempio attuale? guardiamo il mondo della moda ad esempio. Capi che costano pochi euro, che però hanno una vita molto breve. Capi di fascia media, ma senza la media qualità(ma con l'impressione di aver comprato qualcosa di buono ad un buon costo), mentre per un capo di alta qualità e duraturo, le cifre sono diventate astronomiche e il più delle volte improponibili, o inaccessibili. (classismo e differenza dello stato sociale, una forbice che diventa sempre più ampia; ricchi sempre più ricchi, classe media sempre più vicina alla povertà e poveri ormai ridotti alla vera miseria, ma di questo ne parleremo in un altro articolo)
E per "finire" beneficio culturale. Ma in che senso? a malincuore si nota come le persone diventano sempre più atrofizzante nell'usare il loro intelletto, incapaci di prendere delle scelte, inabili nel pensare, indotti dal fare incessante della velocità. Questo accade perchè nella <<turbo società>>, non c'è tempo per pensare, e quindi non c'è tempo per scegliere. Questo cosa vuol dire? che abbiamo smesso di scegliere; non scegliamo più con libertà, ma lasciamo che altri scelgano per noi.
Esausti, esauriti, stanchi e scombussolati ci lasciamo trasportare da quello che ci mettono davanti, dalle notizie alle pubblicità, fino ai guru che vendono di tutto, promettendoti che potrai "tirare avanti" ancora. Spesso mi capita nel mio lavoro di osservare come gli utenti in maniera intuitiva si affidino completamente a me, con l'esigenza di riporre il loro cervello nell'armadietto, spinti da una specie di pilota automatico. Quindi far fare uno squat piuttosto che dei bicipiti, sarebbe risultato uguale, perchè l'importante è muoversi! In realtà bisogna responsabilizzare, riconnettere, istruire all'ascolto e alla modulazione tra velocità e lentezza; capire le differenze e quindi avere la libertà di scegliere con consapevolezza, affinchè l'obiettivo sia davvero la salute e il benessere personale.
Qui di sopra abbiamo visto come un solo ormone, dati ritmi troppo elevati e per troppo tempo, incidano negativamente dal punto di vista fisico e psicologico. Abbiamo bisogno di praticare maggior lentezza, affinchè il nostro stato psico-emotivo e fisico cambi in meglio, dirigendosi verso uno stato di salute ed equilibrio.
Non vi basta prendere le ferie per pensare di star bene e rallentare, è necessario cambiare direzione, è necessario cambiare il modo di guardare il mondo che ci circonda. Un ottimo modo per ritrovare equilibrio, anche nelle vite dei più frenetici velocisti, è imparare a prendersi un tempo, da dedicare esclusivamente a se stessi, un momento in cui esiste solo la propria dimensione di tempo e dove i pensieri (soprattutto quelli) non sono più pesanti, e scorrono in maniera armonica. E se non avete un qualcosa del genere? bisogna trovarlo. Come?
ANNOIATEVI.