Sindrome da rientro: l'angoscia post vacanze

Orientati di Marco Lombardi

Un vero e proprio disagio

Tristezza, stanchezza dilagante, confusione e disorientamento e uno stato d'animo dove sembra che sia passato un carro armato sopra, sono le tante sensazioni che  riguardano il rientro al lavoro o comunque alla vita di sempre, dopo un periodo medio lungo di vacanza o stacco. Conosciuto come "blues post-vacanza" o anche "sindrome post-vacanza" è a tutti gli effetti un intenso disagio, percepito proprio da chi, ritorna alla routine che aveva lasciato pre-vacanza. In Italia ad esempio 1 persona su 3 (30-35%)  è avvolto da un vero e proprio alone depressivo. Sarà vero allora, che ci vorrebbero delle vacanze per riprendersi dalle vacanze stesse?!

Comprendere le ragioni, per trovare soluzioni

Insomma una sensazione che capita almeno una volta nella vita ad ognuno di noi. Poche persone rimpiangono la routine quotidiana, fatta di lavoro, impegni e doveri che ci costringono a ritmi frenetici per gran parte della settimana.

Ma per capire meglio questa sindrome post-vacanze, queste emozioni tristi che ci pervadono in seguito ad uno stacco prolungato dalla routine, è fondamentale osservare quali sono le possibili cause che portano poi a tale condizione. Possiamo iniziare analizzando alcuni fattori biologici, che hanno a che fare con il nostro corpo e il suo funzionamento, come ad esempio i "ritmi circadiani". Prima di tutto va specificato che i ritmi circadiani, si riferiscono a quell'orologio biologico che alberga dentro di noi e che regola alcune funzioni principali, come il ciclo di sonno-veglia. In che modo si alterano questo orologio biologico?

Ad esempio in vacanza si ha la tendenza ad andare a letto più tardi del solito orario con una conseguente sveglia più tarda del solito. Questa non è una regola valida in tutti i casi, di fatto in altre persone è comune andare a letto tardi e svegliarsi al medesimo orario di sempre. In questo modo si avrà un vero e proprio sfasamento, una sorta di "jet lag sociale", dove potrebbe avere come conseguenza sonnolenza diurna, difficoltà nella concentrazione e uno stato di malessere emotivo generale.  Non solo, vanno ricordati altri fattori che possono influenzare il nostro ciclo circadiano: movimento e abitudini alimentari. Si sa che durante le vacanze o periodi di festa/vacanza, si è più propensi a delle continue "concessioni alimentari" che si traducono in un andare verso un quasi probabile disequilibrio alimentare, diverso da quello che si adotta per la maggior parte del tempo (premettendo che alla base si abbiano delle abitudini alimentari di base buone); non solo, perché se ci dovessimo in un'altra nazione con cibi diversi ad esempio, il nostro equilibrio verrebbe comunque modificato.

Anche l'assenza di movimento, quindi l'interruzione di una pratica sportiva o del quotidiano allenamento, può influire in maniera negativa sul nostro stato di benessere. Questo perché, oltre ai benefici psico-emotivi che il movimento può portare, dal punto di vista metabolico, esso ci permette di essere maggiormente efficienti. Tradotto, il movimento aiuta ad avere un metabolismo ben funzionante, NON più veloce!


Un altro fattore che influisce sulla nostra biologia e gli stessi cicli circadiani è l'improvvisa alternanza tra  stress-relax.  Di fatto, questo capita spesso o quasi sempre, dove ci vede sommersi da periodi di stress, con alti livelli di cortisolo e adrenalina, dati dal lavoro tassante insieme ai migliaia d'impegni extra lavorativi da portare a termine da una parte, mentre dall'altra invochiamo ferie o pause festive che ci vengano in soccorso. Conseguenza? Ci ritroviamo catapultati da un giorno all'altro nel nulla, mentre il giorno prima eravamo magari full 12 ore al giorno. Questa non gradualità, non permette al corpo di poter "settare" tutti quegli ormoni che durante le fasi di pieno ritmo, hanno sicuramente livelli molto alti e che richiederanno del tempo per ritornare a dei livelli ottimali. Questo non vale solo per la transizione lavoro-vacanza, ma anche il contrario. Effettivamente passare dopo 10 giorni di ferie magari, al giorno dopo "buttati nuovamente nell'arena", crea uno shock fisico e psico-emotivo come conseguenza. Quindi un altro aspetto centrale è sicuramente la mancanza di gradualità, di fatto difficile da immaginare nella società degli eccessi. Qui di seguito alcuni dati scientifici:

  • Studio olandese (2001):
  • Condotto dai ricercatori Ad Vingerhoets e Maaike van Huijgevoort dell'Università di Tilburg.
  • Hanno scoperto che circa il 3% della popolazione soffre di sintomi fisici come mal di testa, stanchezza, dolori muscolari e nausea durante i weekend e le vacanze.
  • Questi sintomi erano associati a un abbassamento delle difese immunitarie dovuto al rapido passaggio dallo stress lavorativo al relax.
  • Ricerca dell'Università di Tampere, Finlandia (2012):
  • Ha evidenziato che molte persone si ammalano nei primi giorni di vacanza o immediatamente dopo il ritorno.
  • Il fenomeno è stato attribuito a un rapido cambiamento nei livelli di stress, che può temporaneamente indebolire il sistema immunitario.
  • Studio del Dr. Torbjörn Åkerstedt (2002):
  • Ha esaminato il "fenomeno del weekend", in cui le persone tendono ad ammalarsi durante i fine settimana.
  • Ha trovato una correlazione tra il rilassamento rapido e l'attivazione di risposte infiammatorie nel corpo.
  • Ricerca dell'Università di Vienna (2016):
  • Ha studiato i cambiamenti nei livelli di cortisolo (l'ormone dello stress) durante e dopo le vacanze.
  • Ha rilevato che il brusco calo del cortisolo al rientro può temporaneamente deprimere il sistema immunitario.
  • Studio dell'Università di Aalborg, Danimarca (2019):
  • Ha esaminato il fenomeno della "sindrome da rientro" in relazione alla salute fisica.
  • Ha evidenziato un aumento dei casi di raffreddore e influenza nei giorni immediatamente successivi al rientro dalle vacanze.
  • Ricerca dell'Istituto Karolinska, Svezia (2015):
  • Ha studiato l'impatto dei viaggi aerei sul sistema immunitario.
  • Ha scoperto che il jet lag e la disidratazione associati ai voli a lungo raggio possono temporaneamente indebolire le difese immunitarie.


Anche le stagioni possono avere un impatto e giocare un ruolo da protagonista sull'influenza del blues post vacanza. Di fatto il rientro post-vacanza durante i mesi caldi, può essere mediamente più difficoltoso, rispetto ai mesi invernali.


Ma non ci sono solo aspetti che riguardano solo la nostra condizione fisica. Infatti una delle componenti di questa sindrome, troviamo anche la gestione del tempo.

Esso è una delle risorse più preziose che abbiamo a disposizione, ma non ce ne rendiamo conto finché non ci viene sottratto o ridotto completamente dal continuo fare incondizionato delle nostre routine. Pensiamo che sia infinito, che abbiamo tempo, dimenticandoci che la nostra vita non dura per sempre ed ha una fine. Probabilmente non è politicamente corretto, ma è una verità assoluta. Ma non è questo il punto, piuttosto è comprendere come, passare da giornate piene di impegni e oberate di lavoro a periodi medio lunghi di inattività o bassa attività, crea delle conseguenze da non sottovalutare.


  • Durante le vacanze abbiamo una dilatazione del tempo, ovvero l'impressione di averne di più che durante la quotidiana routine. Quindi si evince una particolare sensazione di libertà durante il periodo di riposo, che viene a mancare invece durante le settimane intense e piene. Esiste quindi una stretta correlazione tra la percezione del tempo e il senso di libertà.
  • L'assenza di doveri da svolgere durante il giorno, allevia la sensazione di pressione temporale, che è costante durante la quotidianità.
  • assenza di ansie e stato di flow. Ovvero la capacità di vivere il presente, rimanendo concentrati su di esso, senza farci rapire da pensieri ansiogeni del lavoro o di possibili doveri.
  • Il passaggio brusco da lavoro a vacanza e soprattutto viceversa, ci porta ad avere una compressione improvvisa. Privato della libertà delle vacanze, la sensazione di vivere in una prigione è inevitabile.
  • Mancanza di tempo, in quanto durante le vacanze o periodi di stacco, percepiamo l'importanza e il valore del tempo. Usufruiamo di esso per le attività che ci piacciono e lo spendiamo principalmente per noi stessi; differentemente durante gli altri momenti, dove le ore che rimangono durante la giornata sono quelle dei pasti e per dormire.


Ci sono aspetti che riguardano strettamente l'approccio alle vacanze, come ad esempio la tendenza a mettere completamente da parte le proprie responsabilità. Non c'è nulla di male o di sbagliato nel depressurizzare durante le vacanze, allentando la presa un pò su tutto, responsabilità quotidiane comprese. Può però diventare un'arma a doppio taglio, se durante le vacanze, cancelliamo l'idea di avere comunque dei doveri. Un aspetto molto delicato che richiede una particolare attenzione. In molti casi, si ha la tendenza a lasciarsi andare completamente alle vacanze, come se per godersela, bisogna dimenticarsi del resto. In verità il trucco sta nel mantenere un equilibrio, che sta esattamente nel mezzo tra le due cose:


  1. da una parte, lasciare andare completamente tutte le nostre responsabilità come se fossero andate nel dimenticatoio, ci mettono in una condizione di difficoltà al rientro, in quanto può generare ansie, paura e pressioni per il rientro alla quotidianità.
  2. dall'altra parte, invece, non avere la capacità di saper "appendere il camice" quando si è in vacanza, mettendo da parte momentaneamente il ruolo professionale e alleggerendo gli altri, il tutto racchiuso in un contesto di leggerezza, non permette di godere del riposo e del momento presente. Saremo rapiti da momenti caratterizzati da ansia, caratterizzata da una pressione di sottofondo costante. 


Giocano un ruolo fondamentale, anche aspetti di tipo sociale. Sicuramente il confronto con gli altri e la condizione sociale della nostra società, sono due fattori chiave che possono sicuramente influire su un rientro un pò traumatico, posto vacanze. Andiamo per gradi partendo proprio dal confronto con gli altri, che avviene principalmente per mezzo di piattaforme social. Ormai passiamo molto tempo sui social, anche se non ce ne rendiamo conto, e scrollando qua e là, osserviamo come "gli altri" passino le loro vacanze in posti bellissimi, a volte da fare invidia. Spesso però, non è l'invidia a predominare, ma rabbia, risentimento, angoscia, tristezza e sconforto, proprio perché inconsciamente o consciamente tendiamo a confrontarci con quello che vediamo intorno a noi.

L'altro aspetto è la condizione sociale della nostra società.  Tra questi troviamo probabilmente condizioni lavorative disastrose, ambienti di lavoro malsani, posizioni lavorative precarie e stipendi che ti fanno pentire di essere andato in vacanza. Il rientro alla routine, vuol dire principalmente un rientro alla regolare attività lavorativa e quando il posto di lavoro è lo stesso che racchiude tutte queste disastrose condizioni, avere un alone depressivo diventa quasi "normale".

D'altro canto, vivere tra la moltitudine di persone che non ha ormai nessuna coscienza o consapevolezza della propria condizione, che non bada alla propria sofferenza e malessere e che elargisce la propria rabbia e frustrazione senza preoccupazioni, diventa un bel limite per chiunque ha vissuto le vacanze in maniera serena, lontano da tutto questo caos e disagio. Una premessa doverosa, Il vero problema non è la presenza del disagio, ma la mancanza di consapevolezza e di strumenti per affrontarlo.  Ecco alcuni dati possono far meglio comprendere quale sia la reale situazione in Italia:


  • Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, circa il 17% della popolazione italiana soffre di disturbi mentali.
  • La depressione colpisce circa il 5,5% degli italiani.
  • Si stima che i disturbi d'ansia interessino circa il 7% della popolazione italiana.
  • Tra i giovani italiani (18-25 anni), il tasso di disturbi d'ansia raggiunge il 10-12%.
  • Secondo l'INAIL, circa il 25% dei lavoratori italiani riferisce di soffrire di stress lavoro-correlato.
  • Il burnout professionale è riconosciuto come un problema crescente, soprattutto in settori come la sanità e l'istruzione.
  • Uno studio del 2024 ha rilevato che il 45% degli adolescenti italiani passa più di 3 ore al giorno sui social media, con potenziali effetti negativi sul benessere emotivo.
  • Il 13% degli italiani dichiara di sentirsi solo "spesso o sempre", con percentuali più alte tra gli anziani e i giovani adulti.
  • Circa il 15% dei bambini e degli adolescenti italiani presenta problemi di salute mentale.
  • Il bullismo colpisce circa il 20% degli studenti italiani, con effetti significativi sul benessere emotivo.
  • Nonostante il Sistema Sanitario Nazionale, solo il 50% delle persone con disturbi mentali in Italia riceve un trattamento adeguato.
  • Il 60% degli italiani con problemi di salute mentale riferisce di aver subito discriminazioni in vari ambiti della vita.
  • Circa il 10% della popolazione italiana fa uso regolare di psicofarmaci, con un aumento significativo negli ultimi anni.
  • Solo il 20% dei lavoratori italiani si dichiara "altamente soddisfatto" del proprio lavoro, un fattore che influenza il benessere emotivo.
  • Si stima che i costi diretti e indiretti dei disturbi mentali in Italia ammontino a circa 4% del PIL.

La mancanza di una cultura adeguata che supporti le difficoltà senza discriminarle e l'inefficacia o assenza di un supporto per mezzo di servizi nazionali adeguati, portano ad un aumento inevitabile dei numeri qui sopra elencati.

I possibili rimedi

È importante, dopo aver compreso meglio i limiti che si possono verificare post rientro dalle adorate vacanze, attuare delle possibili mosse strategiche e ponderate che possano migliorare o evitare del tutto questa condizione comune.


  • Un rientro graduale

Non è la prima volta che ritorna il concetto di gradualità. Di fatto essa è uno aspetto veramente importante per gestire non solo una possibile transizione non traumatica, ma essenziale anche nella vita di tutti i giorni e in ciò che le riguarda. Difficile da praticare, in quanto in una società veloce, del tutto è subito la "pretesa" si fa spazio, lasciando poco alla gradualità dei processi. In effetti, sarebbe consigliabile "rientrare" gradualmente nella routine di tutti i giorni, magari pensando di non svolgere esattamente tutto, ma solo lo stretto necessario. Per fare questo però, è fondamentale avere una lista delle priorità ben chiara.

  • mantenere alcune abitudini sane durante le vacanze

Potrebbe essere una scelta che può portare enormi vantaggi, aver mantenuto alcune abitudini sane o propedeutiche, in vista del futuro rientro alla routine di tutti i giorni. Ad esempio praticare attività sportiva o del movimento, che non sia vincolato da programmi o metodiche di allenamento tassanti. Semplicemente muoversi ed evitare di essere sedentari durante il periodo di vacanza. Anche mantenere degli orari che e dei ritmi di dormi-veglia non discontinui, può rendere non sconvolgente le future sveglie, una volta rientrati dalle ferie. Alla stessa stregua delle precedenti, mantenere un'idratazione e delle abitudini alimentari di qualità, aiutano a preservare focus ed energie per il rientro.

  • introduci attività piacevoli, rilassanti o ricreative

Nella fase di rientro, mantenere vivi degli spazi per se stessi, senza farsi travolgere fin da subito da quelli che sono i doveri e le pressioni della routine, aiuta contro bilanciare la bilancia dello stress. Attraverso attività che riteniamo "leggere" e piacevoli, abbassiamo la pesantezza del rientro, rendendolo meno angosciante. Cercare di mantenere più a lungo possibile questa pratica, permetterà di mantenere un certo equilibrio tra il tempo libero e il tempo occupato dagli impegni quotidiani, preservando così uno spazio da dedicare a se stessi.

  • curare prima di tutto sonno e l'alimentazione

Sarebbe meglio mantenere un rapporto con il sonno e un equilibrio alimentare costante. Qualora però non si fosse riusciti ad essere regolari durante il periodo di pausa, diventa necessario al rientro, ristabilire prima di tutta una routine del sonno adeguata e riprendere sane abitudini alimentari. Questo permetterà di raggiungere presto un equilibrio, facendo si che sia il corpo che gli stati emotivi tendano ad essere stabili.

  • tecniche di rilassamento e supporto sociale

Esistono svariate tecniche di rilassamento, ma una buona meditazione può essere forse la più efficace, immediata e semplice da praticare. Va ricordato che per meditare, basta anche focalizzarsi sul semplice respiro, cercando di non bloccare in nessun modo, il flusso di pensieri. Queste tecniche possono aiutare a ridurre lo stress o lo shock da rientro, alleviando anche le diverse sintomatologie (ansia, angoscia ecc). Anche comunicare a chi ci sta vicino (amici, parenti ecc) il proprio stato, seppur non grave, può alleviare considerevolmente gli effetti negativi del post-vacanze. Condividere con qualcuno le proprie difficoltà, permette ad ogni modo di alleggerire il carico delle difficoltà, in ogni situazione, dovrebbe essere una pratica costante.

Una reale soluzione

Come abbiamo visto, la sindrome da rientro è influenzata da diversi fattori, tra cui l'alterazione dei ritmi circadiani, lo stress legato al ritorno alla routine e il confronto sociale. Per affrontare veramente questo problema alla radice, non bastano i rimedi temporanei: è necessario un cambiamento profondo nel nostro approccio alla vita. Il fine delle tecniche precedentemente elencate, è quello di mantenere costante una gestione di sé, anche nelle situazioni non piacevoli o difficili, in quanto in caso di perdita di controllo, saremmo in balia degli eventi esterni; una completa perdita di governo di sé.

Ad ogni modo però, tali accorgimenti, sono solo rimedi ma non soluzioni. Questo perché il problema si ripresenterà sempre, magari migliora nel tempo, ma comunque sussisterà ogni qual volta si rientri nel turbinio della routine quotidiana. Quale potrebbe essere una reale soluzione ad un problema che si ripresenta ogni volta? Cambiare.

La reale soluzione sta nel cambiamento, nel capire che non c'è un equilibrio sociale nella nostra società. Alternare momenti di corse, stress, doveri tassanti e responsabilità infinite, a momenti di stacco completo, allontanamento dalle quotidiane attività genera un vero e proprio shock. Non solo, anche la noia che si genera, diventa pesante e passiva, perché durante i periodi di piena attività non abbiamo il tempo di costruire nulla per noi, a causa dell'assenza di tempo. Conseguenza? Durante le feste e i giorni di riposo percepiamo un vero e proprio senso di vuoto, misto a inutilità, in quanto percepiamo quel tempo di riposo, non produttivo (anche se non è realmente così).

Questo cambiamento non è facile, ma è possibile. Ognuno di noi può iniziare a mettere in pratica piccoli cambiamenti nella propria vita, contribuendo a creare una cultura del benessere che metta al centro l'essere umano, non la performance.

Dovremmo imparare a gestire meglio i nostri periodi di piena, "sfoltendoli" e alleggerendoli con momenti di relax e di attività che ci piacciono. Coltivare non solo hobby e passioni, ma costruire qualcosa che sia nostro, un attività che sentiamo che ci appartenga, che sia costruttiva e utile. Dovremmo imparare a meglio comprendere che abbiamo dei tempi diversi da quelli dettati dalla società, che i nostri tempi di adattamento vanno rispettati e non bistrattati. Dovremmo imparare che il fine settimana e le ferie, non devono essere la nostra ancora di salvezza, ma momenti di piacere, godendoceli nel pieno delle forze e salute.

Dovremmo ricordarci, che non siamo macchine, ma essere umani.


Un mondo stretto dalla morsa dei tempi stretti. La ricerca di un tempo perduto: il nostro.
Autore: Orientati di Marco Lombardi 11 aprile 2025
Velocità, performance, obiettivi, consegne, mail, messaggi. Abbiamo accettato il tutto e subito, ma non avevamo calcolato che anche i tempi sarebbero raddoppiati. Al loro raddoppiare, noi ci affanniamo per "starci dietro".
Casa, lavoro, famiglia, società, politica e così via dicendo, effimeri di fronte all'incertezza.
Autore: Orientati di Marco Lombardi 2 aprile 2025
Il posto sicuro del lavoro sicuro, il mutuo dai tassi sicuri e affidabili, quel marchio sicuro, questo è quello che cerchiamo costantemente: sicurezza. La cerchiamo spesso fuori di noi, e a volte dentro. D'altronde però, la vita è incertezza.
Cibi ultra-processati, dolcissimi e salatissimi, per stimolare un piacere ingannevole.
Autore: Orientati di Marco Lombardi 18 marzo 2025
Cibi in scatola, trasformati, ultra-processati, resi irresistibilmente gustosi e appetitosi. Gusto perfetto e impeccabile, tanto che non ne riusciresti a farne a meno. Ma quanto sono sani per la nostra salute?
Come le abitudini e la routine, possano diventare un freno al cambiamento e alla crescita personale.
Autore: Orientati di Marco Lombardi 4 marzo 2025
Abitudinari, comodi, impostati a fare sempre le stesse cose, sempre nello stesso modo. Monotonia che abbraccia la sicurezza di ciò che ormai conosciamo. Insoddisfazione, perché ci precludiamo la possibilità di scoprire, cambiare e "crescere".
Una realtà che illude e inganna, coloro che scambiano la verità per ombre.
Autore: Orientati di Marco Lombardi 21 febbraio 2025
Un "ritorno" al mito della caverna, dove gli "uomini" non distinguono più il mondo delle apparenze, illusioni e bugie, rispetto alla verità: non siamo realmente liberi come crediamo.
Le ossessioni e gli elementi salutari, di un aspetto comune: il corpo
Autore: Orientati di Marco Lombardi 15 febbraio 2025
L'immagine di sé: questo mondo ci vuole in forma, sorridenti e smaglianti, in una sola parola: perfetti. Una corsa alla performance ci impone corpi scultorei, un mito che, dopo millenni, inseguiamo ancora. Come potremmo migliorare questa epoca?
Non da soli, ma insieme verso il futuro
Autore: Orientati di Marco Lombardi 6 febbraio 2025
Nell'era dell'individualismo, dove profitto e capitalismo dettano legge, siamo indotti a concentrarci esclusivamente su noi stessi. Ma questa visione miope ci impedisce di comprendere una verità fondamentale: il benessere individuale è indissolubilmente legato al benessere collettivo.
Un altro modo per definire come viviamo la nostra quotidianità
Autore: Orientati di Marco Lombardi 25 gennaio 2025
Un evento, una persona o quel qualcosa tanto desiderato, eventi che hanno in comune l'attesa. Ci catapulta in una dimensione temporale a sé, dove il tempo scorre in maniera lenta e angosciante. E se l'attesa fosse solo un punto di vista?
Tra vizio e dipendenza, una sostanza socialmente accettata.
Autore: Orientati di Marco Lombardi 17 gennaio 2025
"Ogni tanto non fa male" oppure "un bicchiere di vino al giorno fa bene". Tutte dicerie del popolo, basate su un modello culturale che accetta come sana, una sostanza che in realtà è cancerogena: l'alcool.
Un ciclo continuo tra
Autore: Orientati di Marco Lombardi 20 dicembre 2024
Capita spesso, è veramente molto comune, vivere momenti propizi e momenti di "bassa" nella nostra vita. E se ti dicessi che una parte di questi momenti deriva da una cattiva gestione, ci crederesti?
Altri articoli