Un meccanismo comune: "caduta e ascesa dell'eroe"
Un Mito che diventa realtà

«E anche Sisifo vidi, che dure pene soffriva: un masso enorme reggeva con entrambe le braccia e, puntando i piedi e le mani, lo spingeva in alto, verso la cima di un colle. Ma quando stava per superare la vetta, allora una forza violenta [kratáiis] lo precipitava all’indietro: rotolava di nuovo a terra quel masso dannato. Ancora una volta spingeva, con il corpo teso, dalle membra scorreva il sudore, dal capo saliva la polvere» (Odissea, XI, vv. 593-600).
Nel mito di Sisifo, secondo la leggenda, Sisifo fu condannato dagli dei a un’eterna punizione: doveva far rotolare una roccia immensa su una collina, solo per vederla rotolare giù quando raggiungeva la cima, costringendolo a ricominciare in un ciclo senza fine. Si tratta pertanto di una punizione continua, che si ripete incessantemente nel tempo, dove immancabilmente le fatiche investite per raggiungere la vetta vengono vanificate da un unico momento, ovvero da una forza contrapposta che porta il masso nuovamente verso il basso.
Nella nostra società abbiamo un modello sociale, lavorativo e di crescita personale che si basa proprio sul "principio della scalata". Abbiamo sempre una vetta da raggiungere, sempre una sfida posta in alto. Altri modelli propongono invece una serie di vette da raggiungere, vere e proprie tappe sempre più elevate, dove, nel raggiungerle, facciamo rotolare quel grosso masso (le difficoltà del percorso).
Fin qui tutto bene, se non fosse per il fatto che l'intera cultura sociale accetta come visione adeguata quella di raggiungere un determinato obiettivo, pensando poi che sia tutto finito, che ogni fatica cessa di esistere e che, magari, da lì in poi sia tutto in discesa. È ancora meglio per chi si affanna continuamente a fare fatica, scalando "vetta dopo vetta", faticando per tutta la vita senza mai comprendere che la vita non è una sfida, ma un percorso evolutivo dove siamo tutti spettatori e non piloti.
Le ragioni di questo modello, di questo modo di vedere lo scorrere della vita, derivano dal fatto che siamo "buttati dentro un'arena" dove siamo tutti eternamente in competizione con il prossimo e dobbiamo raggiungere una "vetta" più alta degli altri. L'obiettivo è superare tutti, arrivare primi e, nel farlo, facciamo rotolare quel masso.
Ma la vita non è questa: non è eterna competizione, non è raggiungere vette insormontabili con difficoltà come macigni, non è scalare vette sempre più alte. C'è un'altra possibilità per vedere le cose. Quante volte abbiamo pensato, dopo aver raggiunto un determinato obiettivo, che fosse fatta? Come è possibile immaginare che la vita sia comprare e finire di pagare la macchina, costruire una famiglia e pagare un mutuo trentennale? E dopo questi grandi pilastri sociali, cosa c'è? La pace interiore?
Un meccanismo che ci vede vivere proiettati verso il futuro, pensando che, una volta raggiunto un determinato obiettivo (la macchina nuova, la casa, il matrimonio, ecc.), saremo finalmente felici e realizzati. Questa è un'illusione, perché la felicità, la soddisfazione e il benessere non sono un traguardo, ma un percorso. È importante comprendere come per "spezzare" questa maledizione di ascesa e caduta continua, bisognerà interiorizzare il concetto continuità contrapposto a quello della scalata, per mezzo di strumenti potentissimi come la disciplina e la perseveranza.
Delle normali montagne russe

Proprio come sulle montagne russe, la vita è fatta di alti e bassi. Anzi, intraprendere un percorso di scoperta di sé, di evoluzione e crescita personale, significa incontrare questi momenti con maggiore frequenza. Ma a prescindere di quella che è la difficoltà del percorso scelto, comunque non esiste una condizione nella vita in cui si può pensare di raggiungere una determinata dimensione, per poi stazionare lì.
Questo perché la vita ha il significato intrinseco della continuità, dell'avanzare con cambiamenti costanti. Per tal ragione non è possibile immaginare di vivere, arrivare a ottenere magari una macchina, una casa e una famiglia e poi benvenuta felicità.
Magari, starai pensando che non c'è niente di male, che bisogna vivere la vita con semplicità ed ecco appunto con semplicità non implica racchiudere un'intera esistenza nel raggiungimento di obiettivi "esterni", per poi credere di essere arrivati ormai al culmine, che siano questi i passi evolutivi del tuo percorso. Questo è solo quello che ti dice la società che ti circonda.
Di fatto l'atteggiamento "lì fuori" è chiaramente l'evitamento, a opera di una cecità voluta e una non consapevolezza cosciente, pur di evitare, schivare continuamente quei momenti in cui le cose non vanno come vorremmo, in cui non va proprio tutto bene. Ci si illude che sia possibile mantenere un trend continuamente positivo, per mezzo di obiettivi esterni come comprare la macchina migliore, poi la casa e dopo ancora la casa più grande e così via dicendo, sposti quel "masso", quando in realtà stai spostando solo l'attenzione dal fatto che ti toccherà fermarti prima o poi a guardare dentro, per scoprire chi sei. Il risultato? Sofferenza, frustrazione, dipendenze, disagi sociali e mentali, insomma chi più ne ha e chi più ne metta.
E dopo questo continuo evitamento, quindi, non c'è altro che la caduta. Inevitabile, in quanto quella stessa buca è stata scavata da te e dal tuo non voler comprendere che non era all'esterno che andava ricercata la tua serenità e il tuo benessere, ma dentro di te. Insomma, fare tanto per il lavoro, per la casa, per la famiglia, per quell'auto che tanto volevi, per "cascare" in quel vuoto che ti sei costruito per ottenere tutto ciò.
Quindi questo momento, ha origine da quella volontà di non costruire o non proseguire con continuità, quella crescita personale ma impegnare le proprie energie solo in altro.
Quindi la visione che sta alla base e che chiamante non funziona è:
- Guardare la vita come una scalata, dove portare massi fino in cima
- Guardare gli obiettivi come una serie di vette da scalare, una sempre più alta dell'altra
- Competitiva, un elemento che alimenta questa visione
- Evitamento continuo per mezzo di obiettivi esclusivamente esterni (casa, famiglia, macchina e così via dicendo)
- Una volontà espressa nel NON guardarsi dentro, conoscersi e crescere personalmente come individuo
- Un ciclo inevitabile tra "alti" e "bassi", la vita
- Un ciclo nel quale si può rimanere incastrati a vita: ascesa e caduta continua, tra alti e bassi
È forse giunto il momento di cambiare prospettiva: anziché concentrarci su come evitare i momenti di difficoltà, dovremmo imparare a guardarli con occhi nuovi, accettandoli come parte integrante del nostro percorso e cercando di renderli meno duraturi e drastici. Per fare tutto ciò, la condizione necessaria è che ci sia la volontà di guardare anche a ciò che accade dentro e non pensare solo a ciò che sta fuori. Imparare a crescere personalmente, potenziando se stessi, dovrà diventare un aspetto fondamentale nella propria vita, se l'obiettivo è quello di portare avanti i progetti, vivendo con serenità e armonia ogni momento.
Le possibili cause
Prima di capire meglio come intervenire sul miglioramento di questo aspetto, è fondamentale passare a rassegna quelle che sono le possibili cause che ci portano a "cadere" in seguito all'ascesa, raggiunta con tanta fatica:
- Manca un piano di mantenimento, spesso e volentieri si pensa a come raggiungere un determinato traguardo, impostiamo una strategia e dei calcoli per arrivare a quel determinato obiettivo ma dimentichiamo di calcolare come "0mantenere" quella determinata condizione. Di fatto, la fase più articolata e di conseguenza più difficile e saper mantenere quello per cui si è lavorato per raggiungere, avere delle strategie che permettano che "il piano" sopravviva e cresca evolvendosi.
- Soddisfazione e rilassamento, sono due fattori che incidono fortemente sulla continuità dell'obiettivo. La soddisfazione è sopravvalutata, in quanto confusa con una sorta di felicità e soddisfazione che durerà per sempre o per molto tempo. Inoltre, ogni emozione va vissuta si, ma senza che ci trasporti altrove, senza che ci distolga da quello che stiamo facendo; non è una negazione ma una forma di consapevolezza verso le proprie emozioni. Per quanto riguarda il rilassamento, è un vero e proprio accomodamento dopo un impegno svolto costantemente, per poter raggiungere quel determinato obiettivo prefissato. Non esiste "il fermarsi" ma il "decelerare", modulando le proprie energie.
- Paura del successo, uno degli aspetti più comuni e meno conosciuti. Il più delle volte non siamo consapevoli del fatto che temiamo di più il successo, il riuscire in qualcosa, di raggiungere uno stato di benessere, piuttosto che sottostare continuamente a questo ciclo continuo, che scomodo ma sicuro. Abbiamo paura delle aspettative e di ciò che non conosciamo, continuando a preferire la solita vita, il solito dolore, che invece conosciamo. Ci vuole coraggio per essere felici e stare bene.
- Ambiente, un qualcosa che lo viviamo tutti i giorni e che tendenzialmente diamo per scontato. La verità però e che esso è fondamentale per la crescita e il cambiamento, in quanto non cambiare un ambiente che non ci supporta, condannerà la nostra riuscita.
- Consapevolezza, elemento fondamentale per comprendere i nostri schemi, conoscerli a fondo e imparare a non adottarli, per evitare di ricadere nelle stesse dinamiche.

Nuovi strumenti, per una nuova gestione
Imparare a gestire la propria vita, in tutti i suoi aspetti, è tanto fondamentale quanto sottovalutato. Fin dall'infanzia non siamo educati in nessun modo a farlo, né dalla famiglia e né tanto meno dalla scuola o da altri strumenti educativi.
Eppure ricevere delle "istruzioni di base", ad esempio, su come gestire il raggiungimento dei nostri obiettivi e il mantenimento di essi, diventa fondamentale. Qui di seguito si vuole fornire una serie di elementi utili, per imparare a evitare determinate dinamiche e gestirne meglio altre.
- Pianificare a lungo termine
Pur non potendo prevedere il futuro, la pianificazione è uno strumento estremamente utile.È utile non perché le cose devono andare secondo la programmazione, ma permette di avere una linea tracciata, che rende più chiaro il sentiero da percorrere. In questo modo, con i dovuti aggiustamenti, sarà possibile non solo raggiungere l'obiettivo prefissato, ma anche avere un adeguato seguito nel gestirlo poi.
- Consolidamento di una routine efficace
Trovare una routine efficace, perfezionarla e consolidarla nel tempo, permetterà di avere le energie adeguate e il focus per raggiungere e mantenere gli obiettivi prefissati.
- Monitoraggio e valutazione dei progressi
Monitorare e valutare i progressi delle strategie e delle scelte intraprese è fondamentale per comprendere meglio se la direzione sia giusta o se bisogna attuare degli aggiustamenti. Anche se può sembrare un'abitudine antiquata, scrivere (soprattutto su carta) aiuta a concretizzare il proprio percorso.
- Gestione dello stress e delle emozioni
Durante il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi prefissati, non bastano solo strategie pratiche rispetto al percorso ma diventa fondamentale sviluppare anche delle capacità per imparare a governare le emozioni e imparare a condurre nel migliore i momenti di difficoltà. Perché ogni percorso, ogni obiettivo, si porta con sé "un carico emotivo" importante prima di tutto e in secondo luogo anche le difficoltà sono parte di esso.
- Cheerleaders, il supporto conta
Comprendere una volta per tutte che le relazioni contano e avere delle persone che ti sostengono, diventa fondamentale se si ha davvero intenzione di raggiungere l'obiettivo prefissato e mantenerlo nel tempo.
- Apprendimento e formazione
Formarsi per mezzo dello studio, apprendere ogni competenza utile per il percorso è importantissimo per raggiungere, sostenere l'obiettivo prefissato e non solo. Imparare a sapersi adattare ai cambiamenti del percorso è vitale per non "cadere".
- Flessibilità e accettazione
Due elementi che sono centrali, non solo per il raggiungimento degli obiettivi, ma anche nella vita di tutti i giorni. La flessibilità permette di essere "morbidi" rispetto agli imprevisti, mentre l'accettazione è utile dal momento in cui ci sono piccoli limiti, cambi di percorso o momenti che sono difficili da affrontare.
- Disciplina
La disciplina è la capacità di mantenere delle regole che guidano il nostro percorso, adattandole ai cambiamenti senza farsi sopraffare dagli eventi. Differentemente dalla rigidità, la disciplina ci permette di adattarci rispetto ai cambiamenti del percorso, crea una barriera permeabile che filtra e seleziona; al contrario la rigidità non fa entrare ma non fa nemmeno uscire nulla, comprimendo alla fine.
- Continuità
La capacità di non generare salti o interruzioni del percorso. Questo non si traduce in una marcia inarrestabile, ma in una certa cadenza con modulazione e pause per gestire al meglio le energie.
Cambiare il punto di vista delle cose che ci circondano, accedere ad una visione diversa, diventa fondamentale a volte. Prendere consapevolezza degli aspetti che ci portano a ripetere continuamente il meccanismo di caduta e ascesa, è una nostra responsabilità. La gestione, non è controllo ma è capacità di governo:
Guida le tue scelte e goditi il viaggio.

