Corpo perfetto o stare in forma?

Orientati di Marco Lombardi

Immagine di sé

Credi davvero che il tuo star bene passi da quello che vedi allo specchio? Fatichiamo a stare nella nostra pelle, ci vogliamo sempre sorridenti, performanti e in forma smagliante. Lottiamo contro il tempo e ci affanniamo in palestre per ricercare quella forma perfetta, che non esiste. Social, pubblicità e brand ci propagandano un ideale di bellezza, un ideale che risponde solo a una fame di profitti e che si traduce in una cattiva condotta che va a discapito di tutti.

Una cultura (culto), trasformata in ossessione

La 'storia' della cultura dell'allenamento e del potenziamento del proprio corpo risale a molto tempo fa. Le radici del concetto risalgono probabilmente ai tempi dell'antica Grecia ed esso aveva diverse sfaccettature, ben lontane da quelle moderne. Le esigenze che spingevano gli individui erano diverse, ma erano accomunate tutte da un modello culturale che le guidava verso una direzione unica. Le Ginnasi erano le palestre di quel tempo ed erano il tempio della cultura del corpo e dell'allenamento fisico. Non solo, erano luoghi di socializzazione e dibattiti filosofici. Gli stadi erano destinati agli atleti dei famosi giochi olimpici, di cui ancora tutt'oggi 'conserviamo' la pratica. Anche i parchi diventavano luoghi per la pratica dell'allenamento del corpo.

Gli allenamenti, però, non riguardavano solo pratiche 'ricreative' o 'intellettuali'. Infatti, l'allenamento era utilizzato anche nelle forze militari, dove addestravano il loro esercito istruendolo alla battaglia, formandolo e preparandolo a ogni evenienza. Una certa attenzione ricade sull'Agōgē, che, per definizione, era il sistema educativo che mirava a formare i cittadini spartani, educandoli e disciplinandoli per renderli forti, qualora dovessero difendere la città. Un addestramento che iniziava all'età di 7 anni e finiva all'età di 20; un percorso che prevedeva abilità fisiche, vita in comunità e formazione morale. L'addestramento fisico era fondamentale. Gli Spartani praticavano corsa, lotta, uso delle armi e tattiche di guerra.

L'obiettivo era sviluppare forza, resistenza e abilità marziali. Insomma una formazione militare, incentrata sull'allenamento del corpo e non solo. A ogni modo, l'allenamento del corpo era una risorsa importante all'interno di una società dell'epoca. Esso rappresentava una vera e propria guida per la formazione dei giovani, che ricevevano un'educazione e la conoscenza attraverso l'allenamento del corpo. 

Non solo, non veniva dimenticato l'arricchimento culturale, come già anticipato. La coesione e le relazioni che si instauravano nei luoghi di pratica erano fondamentali. Lo stesso allenamento fisico era visto come un modo per raggiungere un equilibrio mentale ed emotivo, una conoscenza quindi interiore. Lo stesso filosofo Platone, nella sua opera 'La Repubblica', discute il concetto di una vita armoniosa che integra corpo e anima. Egli sostiene che la formazione atletica è fondamentale nel processo educativo, poiché la salute del corpo è essenziale per il corretto svolgimento delle attività intellettuali e morali. Platone afferma che un corpo sano contribuisce a una mente sana, indicando così l'importanza dell'esercizio fisico. Ma non è stato l'unico personaggio storico a parlare dell'allenamento del corpo:

  • Aristotele, allievo di Platone, approfondì ulteriormente l'argomento. Nella sua 'Etica Nicomachea', egli enfatizza il concetto di 'arete', o virtù, che comprende l'equilibrio tra le virtù intellettuali e quelle fisiche. Aristotele credeva che l'educazione fisica fosse fondamentale per il raggiungimento dell'eudaimonia (il benessere umano), affermando che corpo e mente devono essere sviluppati insieme.
  • Friedrich Nietzsche enfatizzò l'importanza dell'affermazione della vita e del potenziamento dell'individuo attraverso il corpo. Nelle sue opere, come 'Così parlò Zarathustra', propone l'idea del 'Superuomo' (Übermensch) che trascende le limitazioni morali e sociali correnti, incarnando una forma di vitalità fisica e fisicità. Utilizzava l'immagine del corpo come simbolo di potenza e libertà, contrapponendo il culto del corpo alla morale tradizionale.
  • Michel Foucault analizzò le relazioni tra potere, disciplina e corpo nella società moderna. Nelle sue opere, come 'Sorvegliare e punire', esaminò come le pratiche sociali e istituzionali modellano i comportamenti individuali, compresi quelli legati alla salute, al fitness e al culto del corpo. La sua analisi mette in luce come la società contemporanea imponga norme e standard di fitness fisico, influenzando la percezione del corpo

Insomma, quello che oggi noi definiamo 'fitness', per i nostri antichi predecessori era vera e propria cultura. Una cultura che non riguardava solo la cura del corpo, ma la crescita personale attraverso l'analisi di aspetti interiori, che permetteva lo sviluppo di capacità cognitive sane, una morale equilibrata e un'emotività in armonia con tutto ciò.

Cosa è diventato oggi, invece? Quali sono le trasformazioni, o forse le deformazioni, apportate da un'ideologia moderna a un concetto nobile come quello dell'allenamento?

L'immagine, "scelta" per te

Oggi il concetto di allenamento del corpo è completamente diverso da quello antico. Sono tante le cose che sono cambiate a livello sociale e culturale. L'evoluzione ha apportato una vera e propria devoluzione del concetto di pratica o di allenamento corporeo, in quanto sono cambiate le motivazioni e il fine stesso. La cultura è diventata frivola e leggera in molti ambiti, compreso questo, con un focus che si è spostato verso il 'dare la migliore immagine di sé'. Il fulcro principale è divenuto esterno a noi, in quanto il benessere, secondo una concezione generale, sta al di fuori di noi stessi. La relazione con il nostro corpo si è trasformata moltissimo, in quanto esprimiamo una cura maniacale verso ciò che sta 'fuori', tralasciando o abbandonando completamente ciò che sta 'dentro'. A sostegno di tutto questo, abbiamo il 'fitness'. Un macro-mondo che racchiude tutta una serie di aspetti che hanno in comune l'allenamento. Un mondo schiavo di principi egoici, estetici e a tratti narcisistici, dove insicurezze e disagi trovano rifugio. Sì, perché il mondo del fitness di oggi sostiene un'estrema focalizzazione sull'attenzione, quasi perfezione corporea, in quanto parametro di successo e accettazione sociale. Canoni di bellezza sparsi tra social, riviste e televisione propongono l'ultimo 'modello' umano che fa tendenza. Una gran fatica, spinta da un'idea che assilla la mente: avere quel corpo 'perfetto'. Non ci accontentiamo più degli allenamenti duri per raggiungere tali canoni, ma ci serviamo di farmaci e ritocchi pur di essere 'quella bella vetrina'. Per cosa? Per essere visti, per essere accettati, per essere 'felici'. Insomma, un mondo inquinato da false ideologie, modelli estremi da seguire e tendenze malsane da emulare. Analizzare gli aspetti che caratterizzano questa tendenza ci permette di capire come funziona il meccanismo, affinché si possano sviluppare strumenti che ci permettano di contrastare e invertire tale tendenza.



Influenza dei social media e dei media tradizionali

Una proposta di standard di bellezza irrealistici, arricchiti da filtri, che rendono agli occhi di chi guarda il soggetto 'perfetto'. Piattaforme basate su algoritmi che pompano immagini che rispecchiano solo 'certi standard' per aumentare l'engagement. Editing, corpi modificati, Photoshop, filtri, ritocchi, allenamenti magici e farmaci: questo è il mondo che c'è dietro quella finta bellezza perfetta. La guardi con ammirazione, un inganno in cui si 'casca'. La televisione e le riviste, ormai di contorno, seguono la tendenza per stare al passo.

Fitness influencer e allenamenti 'magici'.

Si presentano con protocolli segreti, allenamenti specifici per donne, uomini o addirittura adatti a imprenditori di 'successo'. Ti propongono metodi e intrugli speciali che ti promettono di darti tutto ciò che desideri dalla vita. Addirittura, è proprio grazie a loro che potrai raggiungere il 'successo'. Diete, stili di vita e immagini di personaggi che vivono in posti paradisiaci; ancora una volta ti stanno promettendo fama e quindi visibilità a livello sociale, un benessere che si trova 'fuori', ma che non è detto che alla fine ci sia.

Confronto e competizione costante.

È tutta una questione di performance, dove alla fine bisogna arrivare prima degli altri. Scala la vetta, supera ogni limite, guadagna di più, ambisci, produci di più, insomma un circolo vizioso alimentato non solo da una cultura accettata come 'normale', ma anche dalla tecnologia e dagli strumenti social, che ti proiettano costantemente ciò che gli altri hanno. Magari vivono in un posto perfetto, in una relazione perfetta, con una casa perfetta, e indovina un po'? Il corpo dei tuoi sogni.

Marketing e propaganda.

Un lavaggio del cervello, un lavoro lento e costante, un martello che non si stanca mai. L'industria del mondo del fitness ti propone di tutto e in tutti i modi. Diete, prodotti estetici, pillole snellenti, catalizzatori metabolici, chetoni esogeni, creme ringiovanenti, elisir di lunga vita e la lista potrebbe protendersi per un bel po'. Fare leva su tre aspetti principali: insicurezze personali, disagi profondi, paure e tendenze del momento. Studiate appositamente per essere efficaci, ogni colore, ogni parola e ogni immagine è pensata per far sì che tu possa essere il prossimo acquirente.

Standard di bellezza.

Chi è che decide lo standard di bellezza? In un mondo così vario e variegato, chi ci dice cosa è bello e cosa non lo è? La verità è che la bellezza è soggettiva, in quanto l'oggettivamente bello non è altro che un altro strumento di omologazione sociale. A cosa serve? A inseguire lo standard proposto affinché alimenti la macchina del business. Tratti somatici particolari (labbra pompate come canotti), muscolosità definita (farmaci che fanno da supporto) e magrezze poco sostenibili, messe sul palcoscenico per essere mostrate al popolo, che dovrà far di tutto pur di raggiungere quei risultati.

Valore sociale attribuito solo al proprio aspetto.

Unico biglietto da visita: il proprio aspetto. Nella cultura moderna, il solo simbolo di benessere, successo e felicità è dato quasi esclusivamente da come ci si mostra al 'pubblico'. Addirittura, l'aspetto fisico può essere indicatore di virtù e valore personale. La conseguenza è chiara: porta moltissimi a investire una quantità di tempo, energie e denaro per curare in maniera minuziosa il proprio aspetto. Disposti a vendersi pur di apparire belli da morire. Tutto questo sfocia in una cultura narcisistica che enfatizza ciò che sta 'fuori', cercando di raggiungere un canone di bellezza estremo e malato. La propria identità ormai si riflette solo di fronte allo specchio.

Un aspetto che sta alla base di questo processo è semplice e ha ripercussioni importanti sulla salute fisica e psico-emotiva.

Abbiamo coltivato nel tempo una sicurezza e una stabilità poco solide e probabilmente fittizie, basate appunto su un presunto benessere che dipendesse esclusivamente dall'aspetto esteriore. Questo ha alimentato disagi profondi radicati all'interno della nostra società, accogliendoli come condizioni accettabili. Alcuni di questi aspetti si sono diffusi come una macchia d'olio:

Insicurezza e bassa autostima si sono fatte strada a livello sociale proprio perché ci si è dimenticati di dare attenzioni e cura anche a ciò che sta dentro. Siamo diventati così via via sempre più suscettibili e inclini a creare la propria validazione per mezzo del miglioramento estetico. In alcuni casi, questa bassa autostima e insicurezza tramuta in veri e propri disturbi dell'immagine corporea. L'ossessione per il raggiungimento di un certo tipo di corpo o idea di corpo porta a possibili dimorfismi corporei, dove si vedono difetti che non esistono, o grassezza o magrezza laddove non c'è. Tutto questo è accompagnato da un certo tipo di controllo e perfezionismo nel tentativo di esercitare un potere su ciò che in realtà non può essere controllato, come ad esempio l'avanzare dell'età e quindi la vecchiaia.


Con quali conseguenze? Quali sono gli effetti che porta tutta questa attenzione esclusiva, verso l'aspetto esteriore?


La salute fisica è probabilmente la prima parte che viene "lesa", in quanto questa continua ricerca di un corpo perfetto, muscolare e al passo con ciò che lì fuori viene proposto, porta a tutta una serie di infortuni che possono essere lievi o più o meno gravi. Anche nel caso degli infortuni lievi, la cronicità dell'allenamento ossessivo e continuativo, senza un adeguato recupero, porta a un'usura importante (overuse) a livello articolare, data dal lavoro meccanico degli allenamenti e dall'eccessivo carico di lavoro. La tendenza dell'esercito del fitness, chiamati "gym bro", si preoccupa di sollevare alti carichi, ignara del fatto che questo porta a un aumento evidente dei rischi, che saranno visibili nel tempo. La disinformazione e l'ignoranza fanno da padrone, in quanto comode a chi non vuole vedere la verità: segui un modello distruttivo.

Disturbi come i DCA, ovvero disturbi del comportamento alimentare, sono spesso connessi a questo atteggiamento di ricerca ossessiva e compulsiva di un corpo perfetto o in armonia con l'idea che si ha del proprio corpo. La correlazione tra allenamento e alimentazione ricercata, curata e vittima delle regole "che ti servono" per raggiungere il corpo proposto sulle piattaforme social, porta a una sola conseguenza: la malattia. Non esiste il controllo rispetto a qualcosa che è un vero buco nero, dove piano piano ti risucchia e, in men che non si dica, ci si ritrova già dentro. Restrizioni alimentari estreme, diete squilibrate, abbuffate e condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso di lassativi) sfociano in disturbi come anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge-eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata).

Quando ci si scontra con la verità, cioè che ciò che viene proposto non è possibile raggiungerlo, in quanto sono condizioni estetiche non sostenibili a lungo termine, si interviene con l'utilizzo di farmaci e doping, che donano il contributo che si stava ricercando. Spesso si ottengono risultati rapidi ed estremi, dove il doping riesce ad aumentare e sostenere le faticose performance da sostenere, per raggiungere quell'estetica desiderata. La fase recovery (di recupero) viene catalizzata proprio grazie al supporto farmaceutico (doping). I dosaggi e l'uso prolungato non hanno mai portato a risultati salutari NESSUNO. Dove non arriva la chimica, arrivano gli interventi chirurgici. Questa ricerca porta a tutte le possibili soluzioni, compresi interventi chirurgici che sono costosi, a volte invasivi o, in altri casi, mortali. Le complicanze e gli effetti a lungo termine non sono sempre certi e possono portare a complicanze importanti nel tempo.

Non solo la salute fisica, anche quella mentale viene presa in causa. Dietro l'angolo troviamo, oltre ad ansia e depressione date proprio dalla costante pressione sociale che induce ad avere un'immagine di sé stessi irrealistica e mai raggiungibile, disturbi dell'umore frequenti che possono aggravarsi fino a portare ad altri gravi disturbi derivanti. L'ossessione compulsiva può essere una delle conseguenze. Controllarsi sempre allo specchio, controllare il proprio peso, pesare ogni cibo in maniera maniacale sono tutti atteggiamenti dati da un disturbo ossessivo compulsivo. L'isolamento sociale, invece, potrebbe diventare un vero e proprio nemico. La vergogna per il proprio aspetto e l'incapacità di accettarsi potrebbero portare chiunque a isolarsi e a rinchiudersi in sé stesso, sfociando così in una solitudine non costruttiva che diventa inevitabilmente malattia.

La questione sociale non va sottovalutata. In una condizione in cui l'aspetto fisico viene sovravvalorizzato, la tendenza delle relazioni tende a essere superficiale, in quanto l'unico aspetto che conta diventa esclusivamente uno soltanto: la propria immagine. Dal momento che questa si deteriora, cambia o cambia il modello di bellezza, anche la persona stessa tende a perdere valore. Dare un valore estrinseco comporta una facile "svalutazione sociale". Discriminazione, giudizio e pregiudizio estetico diventano predominanti in una società tutta "facciata" e poca sostanza. Giudicare la qualità o le capacità delle persone in base al loro aspetto fisico è diventato socialmente e moralmente accettato come normale. I giudizi rispetto agli altri ci intrappolano ancora una volta in una visione superficiale che, appunto, guarda solo la superficie. Questo limita la coesione e la possibilità di costruire legami e relazioni umane.

Un corpo (visione) da controtendenza

Per liberarsi davvero, una volta per tutte, di tutti i meccanismi elencati in precedenza, è importante modificare alcuni aspetti: alcuni pratici, altri invece di tipo culturale e cognitivo. Il primo passo è prendere atto, e quindi consapevolezza, che ciò che ci trasmettono la pubblicità, i social e ogni modello d'informazione mediatica è, per la maggior parte, corrotto dal denaro. Ovvero, a chi promuove certi prodotti o modelli estetici importa solo dei profitti e non della tua salute fisica e mentale. Non c'è una vera attenzione verso la persona, ma solo verso i guadagni che possono derivare dalle vendite, per aumentare così il giro d'affari. A loro volta, anche coloro che vendono sono vittime di una grande macchina che ha come unico scopo produrre e guadagnare. I brand sono disposti a tutto pur di arrivare a capitalizzare i loro profitti e manovrano come marionette chiunque sia disposto a svendersi per denaro. Per migliorare, è importante attuare delle vere e proprie pratiche, che potremmo suddividere per comodità in diversi passaggi:


Riconoscere e decostituire i modelli proposti.

Analizzare in maniera critica ciò che viene proposto a livello mediatico da riviste, social media, televisione, radio, film e così via dicendo. Inizia a chiederti se ciò che ti stanno proponendo coincide con i tuoi valori e se realmente quello che ti viene proposto può recare benefici di ogni genere, non solo estetici. Chiediti se ciò che ti viene venduto è una forma di dipendenza o se promuove la salute a 360 gradi. Domandati se, alla fine, i benefici sono reali, duraturi e quindi a lungo termine. Allontana tutto ciò che racchiude un messaggio implicito, come ad esempio: "fai questo se vuoi questo corpo", "assumi questo per avere certi risultati" o ancora "questo è quello che faccio per essere in forma". Tutta vendita e niente arrosto.


Limitare l'esposizione a persone o a propagande tossiche.

Selezionare attentamente cosa guardare e ascoltare diventa una pratica fondamentale per distinguere i contenuti sani da quelli tossici. La selezione, o per meglio dire l'essere selettivi, diviene un passaggio vitale per la propria salute. Diffida dall'accettare ogni cosa e ogni persona indistintamente. Di fatto, prestare attenzione anche a chi si segue sui social dovrebbe essere un'azione costante e ben calibrata.


Ricerca di modelli diversificati e costruttivi.

Sostituisci personaggi con corpi surreali e modificati da pratiche poco sane con persone che praticano sport o attività che promuovono la salute. Ricerca la diversificazione di modelli di riferimento con corpi e caratteristiche diverse. Individua persone che operano nel settore del benessere non solo fisico, ma anche mentale e psicologico, abbracciando diversi aspetti della vita e non solo quello estetico.


Coltivare la consapevolezza di sé e la conseguente accettazione corporea.

Impara a coltivare i tuoi interessi, focalizzando le tue attenzioni non solo su ciò che sei "fuori", ma anche su ciò che sei dentro. Comprendi che il tuo valore non dipende dal tuo aspetto esteriore, bensì dalle tue scelte, dalla tua consapevolezza, dal tuo intelletto, dalla tua conoscenza, dai tuoi valori, virtù e interessi, e così via. Insomma, comprendi che, come persona, non sei rappresentato da un solo elemento come l'aspetto esteriore, ma che c'è molto altro.


Praticare un esercizio fisico consapevole.

Pratica allenamenti che, prima di tutto, non siano pensati per enfatizzare solo l'aspetto fisico, che non richiedano l'impiego di una quantità smisurata di energie, ma che soprattutto non abbiano solo mire estetiche. Impara un allenamento consapevole che rivolga il proprio sguardo verso l'interno, riscoprendo le proprie capacità per imparare ad apprezzare anche quelle parti "che non ci piacciono", cercando di migliorarle con la pratica. Ridefinisci la pratica del tuo allenamento, convertendola in qualcosa che sia arricchente sotto diversi aspetti: performance fisica, conoscenza del proprio corpo e del proprio carattere, comprensione di alcuni limiti emotivi e psicologici, miglioramento degli aspetti estetici qualora possibile. Insomma, adotta una forma di allenamento sostenibile ed ecologico che risponda a valori veri e costruttivi. Non focalizzare la tua pratica di allenamento solo su un unico aspetto, ma sperimenta diverse discipline unendole per ottenere maggiori benefici e stimoli. Impara ad ascoltare i tuoi bisogni e i tuoi limiti senza mai superarli; riconosci i segnali del tuo corpo quando è necessario riposare o modulare il tipo di approccio, affinché sia equilibrato sia con le tue esigenze, sia con i tuoi obiettivi. L'allenamento, o in generale l'esercizio fisico, è uno strumento di auto-scoperta ed evoluzione: usalo bene e ti renderà soddisfatto e felice.

Unica conclusione

Il punto non è sostituire, modificando parti di noi stessi, piuttosto evolvere.

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