Senso di comunità & bene per se stessi
Tutto parte dalle proprie azioni
"Come la ruggine che fuoriesce dal ferro fino a corroderlo, anche le tue azioni possono diventare ruggine per il tuo umore, la tua anima"
Conosciamo (forse) l'etica e le buone norme comportamentali, come anche quello che è politicamente corretto, ma solo dal punto di vista teorico. La pratica è ben altra cosa. Le nostre azioni sono lo specchio del nostro benessere, e il nostro benessere diventa lo specchio della nostra società: una comunità.

Imparare a prendersi cura di se stessi
Le azioni che compiamo ogni giorno, grandi o piccole che siano, hanno un impatto significativo sul nostro umore e sul nostro benessere. Lo sappiamo, a volte lo percepiamo, ma lo dimentichiamo nel trambusto quotidiano. Percepiamo il benessere personale come qualcosa che "sta fuori" di noi, come se prendersi cura di sé stessi passi da quello che possiamo ottenere fuori da noi, ci compriamo "coccole" o ricompense che sono solo materiali. Pensiamo alla vacanza in quel posto paradisiaco, oppure a quel fine settimana indimenticabile in quel fantastico hotel a 5 stelle, alla parrucchiera ogni settimana o al massaggio che ci allevia tutto lo stress della routine.
Insomma, percepiamo il benessere come esterno, dimenticandoci che quello vero passa per quello che percepiamo e viviamo dentro di noi.
Ma in che modo le nostre azioni possono determinare il nostro benessere? Sicuramente possiamo ben intuire che alcune delle nostre azioni, hanno delle conseguenze nella nostra vita, ed è possibile constatarlo nel quotidiano. Se ad esempio, esagero con le ore di lavoro in ufficio e lo faccio per un periodo prolungato, questa scelta impatterà sulla mia salute fisica e mentale.
Quindi, come questo tipo di scelta incide su di noi e sul nostro benessere, anche tutte le altre scelte che facciamo, anche le più piccole, si ripercuoteranno sulla nostra esistenza. Tocca comprendere meglio quindi, cosa ci porta a fare scelte lontane dal nostro benessere e perché tendiamo a scegliere prima tutto il resto e poi cose che sono in linea con noi stessi.
La chiave per comprendere questo meccanismo, sta in alcuni aspetti educativi, sociali e culturali che agiscono come impalcature delle nostre "credenze". Si, perché la verità è che siamo tempestati da false credenze, che influenzano il nostro modo e di vedere il mondo, così come modo di agire. A loro volta, le false credenze, sono alimentati da meccanismi presenti nella nostra società, che rinforzano poi aspetti cognitivi non costruttivi o sani, sostituiti da quelli disadattivi. Tra questi troviamo:
- Viviamo in una società consumistica dove il concetto di benessere è spesso associato a beni materiali. Questa mentalità è il fulcro di un sistema che incentiva una produzione smodata, priva di un reale senso del bisogno. Acquistiamo oggetti superflui, vittime di un'epoca satura di messaggi pubblicitari, campagne marketing e promozioni che ci bombardano su ogni piattaforma. Ogni prodotto promette il benessere, inclusa "l'acqua della salute" che ci rende giovani.
- Cultura dell'apparenza. Non importa come ti senti dentro, l'importante è essere "belli" fuori. Non importa se soffri, l'importante è curare quella maschera che porti addosso tutti i giorni, costosa economicamente ed energeticamente, che prima o poi presenta un conto salato. Domina l'apparenza. Stiamo tutti bene e siamo tutti felici, dietro lo schermo dei social, dove postiamo foto diverse dalla realtà. Siamo ossessionati dal nostro corpo e sostituiamo con "plastica" le parti che non ci piacciono. Schiavi di una ideologia liberista che fa del culto del corpo e della bellezza, una vera e propria ossessione, finché non cadiamo "a pezzi". Siamo matriosche che "marciscono" dall'interno.
- Modelli di successo. I modelli di successo proposti sono spesso surreali. Alcuni individui, partendo da umili origini, hanno raggiunto traguardi importanti, ma la maggior parte dei cosiddetti "guru" online sono abili venditori di illusioni. Questi personaggi, che ostentano una vita da sogno, sono essi stessi prigionieri di un sistema che promuove un successo effimero. Il vero successo, invece, risiede nel benessere interiore, mentre fama e ricchezza sono solo conseguenze.
- Obiettivi e velocità. Corri, raggiungi il target, gli obiettivi, i premi di fine mese e così via dicendo, aumentando così una spasmodica produzione che tende all'infinito, catalizzata da questi tempi veloci, che si basano su una priorità fittizia e che fa "ingrassare" solo la pancia di pochi. Ti è stato detto che dovevi lavorare, lavorare e poi lavorare ancora, perché è cosi che funziona la vita e il mondo. Infatti ti vengono promessi contratti sicuri, per sperperare gli utili con mutui a tassi fissi e folli, o per comprarti quella macchina grossa che tanto desideravi, ma che utilizzerai solo per lavorare la maggior parte dei giorni della tua vita.
- Mancanza di educazione del vero benessere. Ciliegina sulla torta, possiamo sicuramente affermare, che molto spesso ci confrontiamo con i nostri limiti educativi, in quanto non ci hanno insegnato alcune cose base, o altre volte non ce le hanno insegnate affatto. Non ci hanno mai detto di ascoltare i nostri bisogni. Non ci hanno mai detto prenderci momenti per noi stessi. Non ci hanno detto che il benessere passa per la serenità interiore. Non siamo semplicemente educati all'equilibrio che c'è tra il dentro e il fuori.
In buona sostanza, siamo portati a prenderci cura dell'esterno, pensando che questo possa poi portarci reali benefici, in termini di felicità, equilibrio e serenità. Ma la scelta più costruttiva e saggia, sebbene la società intera ci suggerisca il contrario, sarebbe quella di invertire la tendenza, occupandoci prima di quello che c'è dentro e poi quello che sta fuori. Del resto, quando dentro di te "va tutto bene", va bene anche fuori.

Non egoismo, ma bene per se stessi
Comprendere le differenze tra egoismo e la cura di sé è fondamentale, poiché ci permette di riconoscere quando ci troviamo in una posizione piuttosto che in un'altra. Questa distinzione è cruciale perché spesso confondiamo i due concetti, appiattendo le loro differenze sostanziali e incorrendo in errori di valutazione.
Quanti di noi hanno avuto o hanno quell'amico/a che, in un momento difficile, magari relazionale, ci ha consigliato di "fregarcene" ed essere "egoisti"? Ma cosa significa realmente? Quali sono le differenze tra "essere egoisti" e "volere il proprio bene"?
Comprendere questa differenza migliora non solo le relazioni con gli altri, ma anche quella con noi stessi, un aspetto fondamentale per il nostro benessere e la nostra salute. Analizziamo più da vicino gli elementi che contraddistinguono una persona egoista da una che ha ben chiaro il concetto del "bene di sé":
La prima differenza sostanziale è che la personalità egoica mette al primo posto i propri interessi, anche a discapito degli altri. Non importa ciò che succede al di fuori di sé, l'importante è raggiungere i propri obiettivi a qualsiasi costo. Di conseguenza, questa persona tende a prevaricare, minimizzare o ignorare completamente i bisogni altrui, senza considerare le conseguenze delle proprie azioni, poiché la gratificazione personale è il suo unico scopo. Ecco alcuni tratti distintivi della personalità egoica:
- Mancanza di empatia, impedirebbe di compiere scelte che potrebbero ferire o far soffrire gli altri. Questo non vuol dire che se ho di fronte una scelta da fare, che potrebbe far soffrire l'altro, allora essa non deve in nessun modo presa o evitata. Semplicemente l'importante che non ci sia L'INTENZIONALITÀ nel far soffrire l'altro, per scopi prettamente ed esclusivamente personali.
- Individualismo, non tiene conto delle conseguenze delle proprie scelte, anche se queste potrebbero danneggiare qualcosa o qualcuno. Insomma, non esiste nessun altro al di fuori di se stessi.
- Prevaricazione, in sé per sé è un vero e proprio abuso, in quanto sfrutta il potere delle mie scelte, violando i diritti altrui. Un atto di prepotenza e ingiustizia, dove l'unico obiettivo è ottenere ciò che si vuole. Quindi sostanzialmente i bisogni di uno, superano quelli degli altri, senza che ci sia una guida etica o valori che guidino tali scelte.
- Mancanza di reciprocità, in quanto una personalità del genere, si aspetta che i suoi bisogni siano sempre soddisfatti, senza mai ricambiare. Quindi non c'è mai un vero scambio con una persona egoista, piuttosto un prendere incondizionato, senza rispetto dei bisogni altrui.
Quali sono le conseguenze? L'egoismo non porta a relazioni sane e costruttive. Prevalgono conflittualità e insoddisfazione, che a lungo andare danneggiano anche la personalità egoica, portando a solitudine e malessere, che possono somatizzarsi in disturbi fisici e psico-emotivi.
Volere il proprio bene e prendersi cura di sé è tutt'altra cosa. La differenza fondamentale è che chi mette in atto questo principio non antepone i propri interessi a quelli altrui, ma si prende cura del proprio benessere interiore ed esteriore, affinché le proprie scelte siano costruttive sia per sé che per gli altri. Non sovrappone il proprio bene a discapito degli altri, ma cerca un equilibrio. Non ha una visione individualista della società, ma si vede come parte integrante di un meccanismo più ampio. Ecco alcuni caratteri distintivi di questo tipo di personalità:
- Consapevolezza di sé. Investe energie, tempo e risorse per conoscere se stesso, superando gli aspetti limitanti per sé e per gli altri. Ha una buona gestione di sé e degli aspetti "fisiologicamente umani" che potrebbero danneggiare gli altri. Fa scelte da adulto, mantenendo una comunicazione e una relazione sana con il suo bambino interiore (teoria degli stati dell'Io di Eric Berne).
- Autostima. Comprende il proprio valore prima di quello altrui. Solo chi conosce le proprie capacità e potenzialità può fare lo stesso con gli altri. È importante distinguere l'autostima da forme narcisistiche di apprezzamento di sé, che celano insicurezze.
- Responsabilità, in quanto chi sa prendersi cura di sé, conosce anche quali sono le proprie responsabilità, riferite non solo alle proprie azioni ma anche ai propri ruoli. Quindi non delega in nessun modo, il perché delle proprie azioni ad altri o altro. Ad esempio: quel giorno ti ho risposto male perché ero arrabbiato. Delego la causa del mio rispondere male, a una emozione.
- Rispetto per gli altri. Chiaramente se sa che il rispetto per sé stessi e una delle basi per volersi bene, comprende in maniera automatica che il rispetto per gli altri è la chiave per vivere in equilibrio nelle relazioni. In questo modo comprende come il rispetto sia vicendevole e qual'ora non lo fosse, sa bene come allontanare quelle relazione che non rispettano questo principio.
Comprendere cosa vuol dire bene per sé è chiaramente equilibrio, relazione, comunicazione e sintonia con tutto ciò che ci circonda. A differenza della personalità egoica, questo tipo di personalità e ricca di interazioni e relazioni costruttive, dove il bene comune coincide con quelle per se stessi.

Senso di comunità
È un sentimento di appartenenza e connessione, che un individuo può provare nei confronti di un gruppo sociale più ampio. che può estendersi dal quartiere alla nazione. Questo sentimento non ha solo un'importanza etica o civile, bensì accompagna l'uomo fin dalle sue origini, in quanto "animale sociale", gli appartiene biologicamente. Il senso di appartenenza a una comunità è fondamentale per l'individuo e la sua sana evoluzione, in quanto gli permette di identificarsi e accettarsi. Attraverso questo aspetto c'è un riconoscimento della propria identità personale e sociale, che non potrebbe avvenire se non in relazione agli altri. Quindi le relazioni, che si svolgono all'interno di una comunità, hanno un'importanza vitale e coinvolgono diversi aspetti della salute:
- Migliora la salute mentale, è un fattore protettivo verso il fattore solitudine che a sua volta alimenta ansia e depressione. Di fatto, l'appartenenza a una comunità dove ci si riconosce, permette ai singoli individui di rafforzare la propria sicurezza e autostima, dando loro maggiori possibilità di riuscita nei momenti di difficoltà.
- Migliora la salute fisica, in quanto migliora e rinforza il sistema immunitario, aumentando le probabilità di salute e longevità.
- Migliora le relazioni sociali, i valori guida, come rispetto, fiducia e reciprocità, influenzano positivamente le relazioni interpersonali e la relazione con se stessi. La collaborazione per il bene comune diventa lo scopo sociale, coinvolgendo il singolo in un azioni collettive.
- Migliora la comunicazione, che diventa attiva ed efficace, ed è ciò che connette realmente le persone all'interno di una relazione. Anche la comunicazione interiore cambia, sostituendo il giudizio con valutazioni oggettive.
Come già anticipato, il senso di appartenenza, è un qualcosa di biologico e risiede nel DNA stesso dell'essere umano. L'affiliazione, è un aspetto imprescindibile dalla sua stessa natura, in quanto ci permette di sentirci accettati e amati. La comunità ci offre "riparo" e sostegno di ogni genere. La collaborazione, permette di minimizzare il concetto di individualismo, senza alterare l'individuo, che continua a preservare la sua identità e diversità.
Tuttavia una comunità non presenta solo aspetti di tipo biologico, ma etici e civili.
Questi aspetti, oltre a portare vantaggi, comportano responsabilità verso la collettività. A livello etico, troviamo elementi come solidarietà, cooperazione, rispetto e responsabilità, che coinvolgono l'individuo in una comunità sana ed efficace. A livello civile, troviamo partecipazione, impegno, coesione sociale e inclusione.
Affinché esista il senso di comunità, è necessario che questi elementi coesistano. L'esistenza stessa della comunità è data dalla stretta correlazione tra il senso di responsabilità verso se stessi e verso ciò che ci circonda. Per questo è necessaria la partecipazione, un coinvolgimento attivo nella società.Affinché esista il senso di comunità, è necessario che questi elementi coesistano. L'esistenza stessa della comunità è data dalla stretta correlazione tra il senso di responsabilità verso se stessi e verso ciò che ci circonda. Per questo è necessaria la partecipazione, un coinvolgimento attivo nella società.
Spesso è proprio la passività data dal disimpegno, nel quotidiano, che porta a una vera e propria disgregazione sociale. Ogni elemento del tessuto sociale, dovrebbe essere attivo, piuttosto che indifferente, come spesso accade oggi. Partecipare con le proprie opinioni, farsi domande su ciò che fa bene a noi e agli altri, far sentire la propria voce e scegliere responsabilmente di partecipare alle decisioni che riguardano la comunità. Non si tratta di politica, ma di impegno civile.
Rimanere fuori, e farsi gli "affari propri" è una grossa utopia, o una storia che ci hanno raccontato male.
Come si può pensare di vivere in una società fatta da individui e pensare che le scelte altrui non ricadano su di te? Come è possibile pensare di curare solo i propri interessi, rimanendo in disparte, senza conseguenze?
Nonostante ciò continua a prevalere una cultura individualista, senza nessuna educazione civica, che crede che possa trarre vantaggi dall'assenteismo sociale. Tutto il contrario, in quanto sarebbero maggiori i benefici (di qualsiasi genere), in una società che rema nella stessa direzione: comune.
Per avviare una "ristrutturazione" del senso di comunità, sono fondamentali degli interventi concreti, un cambio di cultura è chiaramente essenziale.
Per "ristrutturare" il senso di comunità, sono necessari interventi concreti e un cambio di cultura. A livello educativo, è fondamentale inserire un modello civico funzionale, non solo nell'istruzione, ma anche all'interno delle famiglie. L'informazione forviante, falsa e di bassa qualità, dovrebbe essere sostituita da una veritiera, che è in grado di trattare con una certa acutezza e sensibilità, quella che è la realtà della situazione. Ogni interesse economico e politico, dovrebbe essere messo al servizio del bene comune, rispettando i diritti di ognuno. Dialogo e confronto, dovrebbero essere i pilastri dell'interazione, sostituendo invece censura e ostruzionismo, tipiche del nostro tempo.

Prendersi cura di ciò che circonda, vuol dire prendersi cura anche di sé stessi
Per garantire un certo equilibrio, non basta solo prendersi cura di sé, ma è importante rivolgere le nostre attenzioni ed energie anche nei confronti di ciò che circonda. Volersi bene, vuol dire esattamente questo, ovvero essere inclusivo nei confronti di cosa e chi ci circonda. Eppure continuiamo a vivere, come se non c'importasse, come se le scelte altrui non ci toccassero.
Questo modo di agire disinteressato, menefreghista e individualista, non impatta in maniera immediata su ognuno di noi. Non è come lanciare una bomba, dove la sua esplosione coinvolgerebbe tutto e tutti subito. Le ripercussioni sono per lo più a lungo termine, ma questo non significa che non ne stiamo già subendo gli effetti.
Tutto questo non è casuale, ma è una direzione voluta. La macchina economica, non sente, non beve e non mangia. I guadagni e la produzione sono l'unica cosa che conta e noi al momento accettiamo tutto in maniera incondizionata, addormentati forse o abbindolati da false speranze da una propaganda che promette fumo.
A cosa porta tutto ciò? Domande che dovremmo porci, per guardare in faccia la vera realtà.
Siamo alienati da questa produzione e consumo compulsivo, che ci allontana da noi stessi e dagli altri. Ci identifichiamo in ciò che possediamo e più ne abbiamo, più ne vogliamo ancora e poi ancora. Tutto questo possedere incontrollato, ci porta a un confronto sociale inadeguato e non costruttivo. Misuriamo così il nostro valore, in base a quello che hanno gli altri, rischiando così di cadere nella trappola, quella in cui per ottenere ciò che hanno gli altri, incominci a diventare schiavo delle mode e delle cose, che alla fine nemmeno ti servono davvero. Inseguire l'ultimo trend, comprare la nuova auto che il tuo vicino si è già accaparrato, ti affanni a produrre, sperando di guadagnare. Alla fine ansia e stress, diventano le tue uniche compagne. Solo e ormai intrappolato in un circolo vizioso, continui a correre senza una meta e senza un reale perché.
La competizione diventa alta e per ricavare utili a buon mercato, rischi di diventare precario, tu che ti affanni ancora, per poter guadagnare di più, per cose che adesso da precario, non puoi più permetterti.
L'egoismo che domina le leggi di questo modello sociale, non coincidono con la natura umana. Siamo uomini, animali sociali. L'individualismo ci corrode dentro, e lascia spazio solo a una profonda solitudine e insoddisfazione.
Facili da controllare, facili da domare, rimaniamo soli.
Soli non siamo forti, soli non siamo nessuno, soli è la parola che commette un delitto silenzioso, ogni giorno.

