Vizio o dipendenza? L'alcol.
Cosa si cela dietro quel "bicchiere"

"L'alcol è il miglior antidoto contro la realtà che l'uomo abbia mai inventato. È un balsamo per l'anima ferita, un analgesico per il cuore infranto, un lubrificante sociale per le situazioni più imbarazzanti. Non risolve i problemi, ma li rende sopportabili, e a volte questo è tutto ciò di cui abbiamo bisogno."
Dalle cene tra amici ai festeggiamenti, l'alcol è spesso presente nei momenti di convivialità. Addirittura ci sono campagne che ne promuovono il consumo, invitando a bere responsabilmente. Ci accompagna in molti momenti della vita, sia felici che tristi. Un amico, altre volte un nemico. Ma quanto si sa davvero sull'alcol? Quante informazioni valide abbiamo?
Una sostanza, mille sfaccettature
L'alcol, inteso come etanolo (una sostanza incolore, volatile e infiammabile), è una sostanza che si forma naturalmente in natura, attraverso la fermentazione di zuccheri presenti all'interno di alcuni alimenti come la frutta e cereali, ad opera di alcuni lieviti selvatici (funghi principalmente), che spontaneamente avviano questo processo.
È una sostanza che ha origini antichissime, probabilmente le sue origini risalgono tra il 7000 e il 6600 a. C., dove alcune evidenze archeologico hanno rilevato delle tracce di alcol in Cina, in una bevanda fermentata a base di riso, miele e frutta. In Egitto, la birra era già prodotta nel 3400 a. C., mentre in Mesopotamia si registra la produzione di vino nel 3000 a. C..
Insomma ha origini antichissime e per tale motivazione appartiene a una cultura che ha un intreccio, quasi un legame con l'uomo stesso. La distillazione alcolica, che permette di avere una maggiore concentrazione di alcol, nasce nell' VIII secolo d. C., a opera di alchimisti arabi, ma solo nel 1808, Antoine Lavoisier descrisse il processo chimico della fermentazione alcolica. Da qui in poi, la distillazione alcolica venne progressivamente perfezionata e applicata su scala sempre maggiore, aprendo la strada alla produzione industriale.
Ma per meglio comprendere, il perché l'alcol sia parte integrante della nostra società, è fondamentale conoscere meglio quali effetti abbia tale sostanza sul nostro corpo.
Alcol e corpo
L'assorbimento dell'alcol da parte del nostro corpo, avviene principalmente da parte del tratto gastro-intestinale, infatti dopo la sua ingestione, esso entra nello stomaco e l'intestino tenue. Di fatto l'assorbimento avviene principalmente nell'intestino, in quanto lo stomaco presenta i succhi gastrici che limitano l'assorbimento; mentre nell'intestino esso viene assorbito rapidamente (pochi minuti), in quanto le pareti sono più ampie e le cellule maggiormente permeabili (permettono facilmente il passaggio). Successivamente avviene la distribuzione di questa sostanza, che rapidamente si diffonde in tutto il corpo attraversando le barriere cellulari, in quanto solubile in acqua. In questo modo, l'alcol può raggiungere facilmente altri organi come fegato, cervello e reni.
L'organo addetto al suo metabolismo è proprio il fegato, per mezzo di enzimi, tra cui l'alcol deidrogenasi (una molecola che riesce a smaltire le molecole di etanolo). Dal momento in cui interviene questo enzima, l'alcol viene convertito in acetaldeide, una sostanza tossica che causa i classici sintomi di mal di testa e nausea. Il secondo passaggio prevede che l'acetaldeide venga convertita in acido acetico, una sostanza meno tossica, metabolizzata ancora una volta dall'enzima deidrogenasi. Infine l'acido acetico viene convertito in anidride carbonica e acqua, che vengono eliminate a loro volta dal nostro organismo, attraverso l'urina e la respirazione (evaporazione). Questo processo metabolico, tuttavia, ha delle conseguenze sull'organismo, che variano a seconda della quantità di alcol consumata e della frequenza del consumo:
- L'alcol è un depressore del sistema nervoso centrale. Mentre inizialmente può causare effetti di euforia e disinibizione, ma con l'aumento delle dosi esso può provocare rallentamento dei riflessi, difficoltà di coordinazione motoria, disturbi dell'equilibrio, difficoltà di parola, visione offuscata e perdita di coscienza. Quindi se al volante di alcuni mezzi, mette a repentaglio la nostra vita e quella d'altri. L'abuso cronico può danneggiare permanentemente il cervello, causando problemi di memoria, difficoltà di apprendimento e demenza.
- Il fegato, il principale organo che metabolizza questa molecola. In caso di assunzioni massicce e/o prolungate nel tempo, può causare danni, come steatosi epatica (fegato grasso, condizione reversibile), epatite alcolica e cirrosi epatica, una condizione grave e irreversibile e che può portare alla morte.
- Sistema cardiovascolare. A basse dosi, l'alcol può avere un effetto vasodilatatore che può portare a un temporaneo abbassamento della pressione sanguigna. Tuttavia, l'abuso cronico aumenta il rischio di ipertensione, malattie cardiache, ictus e aritmie.
- Sistema digerente. L'alcol può irritare le mucose dello stomaco e dell'esofago, causando gastrite, reflusso gastroesofageo e ulcere. L'abuso cronico aumenta il rischio di cancro all'esofago, allo stomaco e al colon.
- Sistema endocrino. L'alcol può interferire con la produzione di ormoni, causando problemi di fertilità, disfunzioni sessuali e alterazioni del ciclo mestruale nelle donne.
- Sistema immunitario. L'abuso di alcol indebolisce il sistema immunitario, rendendo l'organismo più vulnerabile alle infezioni.
- Pancreas. L'abuso cronico di alcol è una delle principali cause di pancreatite, un'infiammazione del pancreas che può essere acuta o cronica.
Alcol ed emotività
Gli effetti dell'alcol non si limitano al corpo, ma coinvolgono anche gli stati emotivi. Questo perché l'etanolo, attraverso alcuni processi chimici e biologici, agisce sul sistema nervoso centrale. Le principali ragioni per la quale l'alcol impatta anche sui nostri stati emotivi sono principalmente date da fattori come ad esempio la dopamina. Questo neurotrasmettitore è associato al piacere e al fattore della ricompensa, ed esso viene maggiormente liberato quando questa sostanza è presente nel nostro organismo. L'acido gamma-amminobutirrico (GABA) è un neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale; l'alcol ne potenzia l'azione, rallentando ulteriormente l'attività nervosa. E per finire il glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio, che viene inibito se si assume alcol. Questi sono meccanismi biologici, che influenzano successivamente i nostri stati emotivi:
- Dopamina, aumenta la momentanea sensazione di euforia e benessere.
- GABA può produrre effetti sedativi o ansiolitici.
- Glutammato, inibito in seguito all'ingestione di alcol, che ha come effetto calmante, riducendo eventuali sintomi di stress e di ansia.
- L'alcol e la stretta correlazione con i disturbi dell'umore, tra cui depressione e ansia. Utilizzato spesso come auto-trattamento degli stati depressivi vista la sua capacità di portare un benessere momentaneo; tuttavia a lungo termine aggrava lo stato depressivo, portando ad un utilizzo maggiore che contribuisce anche all'isolamento e alla solitudine. I consumatori di alcol, domano gli stati ansiogeni proprio attraverso il consumo di questa sostanza che a lungo andare può aumentare l'ansia stessa e i sintomi correlati, soprattutto nei periodi di astinenza.
- Automedicazione emotiva. Un atteggiamento che porta un individuo a utilizzare questa sostanza per affrontare stati emotivi negativi. Nel lungo termine, il risultato è quello di peggiorare lo stato emotivo e della stessa salute mentale e fisica.
- La Vulnerabilità. C'è una stretta correlazione tra persone che hanno subito traumi o con disturbi emotivi e l'utilizzo e poi abuso di alcol. Proprio perché il fattore di "vulnerabilità emotiva" aumenta i rischi di utilizzo di questa sostanza.
- Pressioni sociali ed esperienze traumatiche quotidiane, aumentano la percentuale di utilizzo dell'alcol, anche quotidianamente. Proprio per il suo effetto "districante" a livello emotivo.
- Autostima e fiducia in se stessi. Vista la sua capacità di fornire quel "boost" emotivo iniziale (euforia e benessere), dà l'impressione di poter affrontare situazione emotive difficili. Elimina quelle inibizioni e quei freni che solitamente possediamo, dandoci una iniezione di sicurezza. In realtà crea solo una relazione di dipendenza con questa sostanza, in quanto incapaci di superare i nostri limiti.
Alcol e la mente
L'assunzione di alcol esercita una profonda influenza anche sulla nostra mente e sui processi di pensiero correlati, in quanto interagisce con i neurotrasmettitori e con il sistema nervoso centrale. Questo porta a un vasto ventaglio di effetti collaterali, che sono direttamente proporzionali a quantità, frequenza di utilizzo e caratteristiche individuali. Ecco alcuni effetti:
- Disinibizione, in quanto inibisce i neurotrasmettitori nelle aree cerebrali responsabili del controllo degli impulsi e del comportamento sociale. Maggiore loquacità, maggiore impulsività e maggiore aggressività in alcuni casi. Diminuisce invece la capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni.
- Alterazione della percezione, compromettendo le capacità sensoriali, come udito e vista, e alterando la percezione di spazio e tempo. La coordinazione motoria viene completamente alterata, e in casi gravi è causa d'incidenti stradali ad esempio.
- Difficoltà di concentrazione e memoria, in quanto è in grado di interferire con i neuroni e le loro interazioni sinaptiche. Difficoltà nel concentrarsi e nel ricordare, in casi di assunzioni importanti si possono incorrere in veri e propri blackout, dove vengono rimossi parte di eventi accaduti.
- Alterazione dell'umore, non si traduce solo in euforia e benessere, anzi in alcuni casi può portare ad ansia, tristezza e rabbia. In alcuni casi, si possono verificare reazioni emotive intense e incontrollate.
- Rallentamento dei processi cognitivi, perché l'alcol rallenta la velocità di elaborazioni delle informazioni.
L'abuso cronico e prolungato può comportare effetti gravi come danni permanenti al cervello e aumento del rischio d'insorgenza di malattie mentali:
- L'alcol può danneggiare diverse aree del cervello, tra cui l'ippocampo (coinvolto nella memoria), la corteccia prefrontale (responsabile del pensiero razionale e del controllo degli impulsi) e il cervelletto (coinvolto nella coordinazione motoria). Questo può portare a problemi di memoria, difficoltà di apprendimento, deficit cognitivi e demenza alcolica.
- L'uso ripetuto, può portare a dipendenza psicologica, caratterizzata da un forte desiderio di consumare alcol per ottenere piacere o per alleviare stati emotivi negativi. Con il tempo, può svilupparsi anche dipendenza fisica, in cui il corpo si adatta alla presenza dell'alcol e manifesta sintomi di astinenza (tremori, ansia, insonnia, nausea) quando se ne interrompe l'assunzione.
- Sindrome di Korsakoff. Una grave condizione neurologica, causata da una carenza di tiamina (vitamina B1) spesso associata all'alcolismo cronico. Provoca gravi problemi di memoria, confusione e difficoltà nell'apprendimento di nuove informazioni.
In più l'utilizzo di alcol, in casi in cui sono preesistenti dei disturbi patologici come depressione, ansia, disturbo bipolare e disturbo da stress post-traumatico, non fa altro che potenziare queste condizioni, portando ad un netto peggioramento.

Un lubrificante sociale
Quindi a tutti gli effetti, l'alcol è una sostanza tossica (cancerogena), che provoca solo danni. I più scettici diranno che ci sono anche dei benefici, mentre gli scienziati di turno diranno che hanno un nonno o uno zio che è vissuto più di 90 anni, perché beveva chissà quale tipo di sostanza alcolica. La verità, ormai comprovata dalle evidenze scientifiche, è che assumere alcol, in qualsiasi quantità o forma, fa sempre male. Quindi se bevo poco farà solo poco male, mentre se bevo tanto, farà tanto male.
Allora perché beviamo, pur sapendo il male e i danni che ci può causare? Pur sapendo che non sarà la soluzione di nulla? Che non ci darà nessuna reale felicità?
Le ragioni sono diverse e sono radicate tutte in una cultura che accetta l'alcol come "un male moderato", come se fosse un qualcosa che si può gestire a proprio piacimento, quando in realtà la verità e tutt'altro. La verità è che l'alcol non è altro che un altro strumento, uno strumento utile in una società deforme e che accetta l'inaccettabile. Uno strumento che serve ad alleviare le ferite e le sofferenze date principalmente da una comunità asociale, individualista, egoista, capitalista, consumistica, inefficiente e a volte inaffidabile, divisa, corrotta, poco meritocratica, resistente al vero cambiamento, disuguale e la lista potrebbe continuare così a lungo.
Abbiamo puntato su un presunto progresso tecnologico, promettendoci che ci avrebbe aiutato a migliorare la vita di tutti e di tutti i giorni, ma la verità e che le persone soffrono sempre più di disagi, che abbiamo aumentato il divario tra ricchi e poveri, che il nostro pianeta soffre e non stiamo facendo nulla per migliorare la situazione, che le nuove generazioni tanto criticate in realtà vivono in assenza di speranza a causa di un futuro che sembra impossibile scorgere.
Di fronte a tutte queste problematiche sociali importanti, di fronte ai nostri problemi di vita quotidiana, la maggior parte di noi sceglie la via più facile, berci sopra. Facile perché il difficile e guardare i propri limiti e disagi e cercare di affrontarli, cercare strumenti che ci supportino nell'elaborarli e poi superarli. Difficile perché accettiamo incondizionatamente quello che ci accade, senza porci domande vere, senza mai chiederci se quello che viviamo ci fa realmente star bene.
In poche parole, preferiamo fingere tutto il tempo, portando una maschera pesante. Quando diventa fin troppo pesante, essa esige qualche drink per poterne alleggerire il peso.
"Ubriachi e mai sobri"
Oggi l'alcol è una sostanza largamente sottovalutata, in quanto non solo non si sa davvero fino in fondo quali siano i reali effetti, ma non si conoscono nemmeno così a fondo le conseguenze derivanti dal suo utilizzo. Ecco alcuni dati per meglio comprendere cosa succede nel nostro paese:
- Circa il 66% degli adulti italiani ha consumato alcol nell'ultimo anno, secondo l'Istituto Superiore di Sanità (ISS).
- Nel 2022, il 60% degli italiani ha dichiarato di aver consumato alcol nell'ultimo mese.
- Il 23,8% degli adulti consuma alcol in modo regolare, superando le soglie consigliate.
- La percentuale di chi consuma alcol almeno una volta alla settimana è di circa 40%.
Il binge drinking, ovvero il consumo di grandi quantità di alcol in un breve periodo di tempo, è un fenomeno particolarmente preoccupante tra i giovani.
- Tra i 18-20enni, il 72,3% dei maschi e il 62,2% delle femmine consuma bevande alcoliche. Di questi, circa 300.000 bevono secondo modalità a rischio e 279.000 si ubriacano.
- Circa il 13% degli adolescenti italiani tra 15 e 19 anni consuma alcol in modo problematico, con conseguenze significative sulla salute fisica e mentale.
- Tra i 21-25enni, circa 450.000 giovani sono consumatori a rischio (19,9% dei maschi e 10,9% delle femmine) e 424.000 si ubriacano.
- Gli uomini mostrano tassi di consumo maggiori: circa il 75% degli uomini consuma alcol, rispetto al 57% delle donne.
- Le donne stanno crescendo in termini di consumo, con un aumento del 6,4% rispetto agli anni precedenti.
- Circa il 57% degli alcolici consumati è vino, seguito dalla birra con il 24% e dai superalcolici con il 19%.
- Circa 10.000 decessi all'anno in Italia sono attribuibili ad alcol, che rappresenta quasi il 3% di tutti i decessi.
- L'alcol è responsabile di oltre 3.000 casi annui di cirrosi epatica e contribuisce a 17.000 nuovi casi di cancro legati al consumo di alcol.
- Circa il 30% delle persone con alcolismo sviluppa disturbi mentali correlati, come depressione e disturbi d'ansia.
- 30% degli incidenti stradali in Italia è correlato all'alcol, con quasi 15.000 incidenti annuali attribuiti a conducenti sotto influenza alcolica.
- costi sanitari legati all'alcol ammontano a oltre 12 miliardi di euro l'anno, comprendendo spese per trattamenti, ospedalizzazioni e assistenza a lungo termine.
- Si stima che il costo della perdita di produttività dovuta a malattie e infortuni legati all'alcol sia di circa 7 miliardi di euro.
- Le problematiche familiari legate all'uso di alcol sono largamente diffuse, con il 25% delle famiglie italiane che riporta difficoltà nella gestione delle relazioni a causa del consumo di alcol.
E tu pensi ancora di voler bere responsabilmente?

